Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 272 / 2013 aprile
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Il welfare come moltiplicatore di responsabilità
Cinque linee di azione per una nuova frontiera del welfare
Intervista a Tiziano Vecchiato a cura i Francesco Caligaris¸ Maria Rosa Valetto
"Educarsi al welfare bene comune": con tale affermazione come rivista ci siamo messi al lavoro per riflettere su che cosa voglia dire fare un buon uso del welfare¸ dei suoi servizi¸ delle competenze dei suoi professionisti¸ delle sue erogazioni finanziarie. Siamo tutti dentro il welfare¸ più da assistiti pronti a ricevee che da cittadini attenti a coniugare il ricevere e il dare. Occorre quindi educarci al welfare¸ avvicinarlo cambiando disposizione mentale ed emotiva. Ma educarci al welfare è anche disporci a cambiarlo¸ attraverso un pensiero che ricerca nella forma esistente "gli irrinunciabili" per poi farli interagire con le nuove domande fino a ricavarne nuove "linee d’azione"
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Pensarci alfabeto vivente dell’educazione
Comprendere la varietà dell’educare entro cui siamo diventati noi stessi
di Duccio Demetrio
Ci interroghiamo spesso su cosa voglia dire una parola usata con insistenza¸ ma spesso abusata: educazione. Per rispondere¸ solitamente si interroga la storia¸ anche recente¸ della pedagogia¸ ma il percorso porta lontano. Può essere produttivo¸ invece¸ riandare alla nostra storia educativa¸ ai mondi e momenti storici entro cui ci siamo formati¸ ai loro linguaggi e parole¸ fino a intravedere che muovendosi dentro le culture del tempo l’educazione cerca sempre nuove parole¸ per interpretare quel momento storico dal punto di vista dello sviluppo delle persone¸ per aprire a sempre inediti linguaggi e scenari dell’educare. Un’operazione a cui neppure oggi possiamo sottrarci
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Essere volontario¸ perchè?
Un volontariato che ha il coraggio di due no e fa leva su sei sì
di Giovanni Nervo
La storia del volontariato¸ pur fra molteplici ambivalenze¸ evidenzia una riserva di orizzonte etico e di pensiero critico a livello sociale e culturale¸ di cui il Paese anche oggi ha estremo bisogno¸ perchè non può limitarsi a erogare servizi e prestazioni¸ in quanto gioca se stesso nel condividere quella quotidianità con le persone¸ entro cui tutti possono rigenerarsi pur dentro le contraddizioni della vita. In tal modo il volontariato non può ridursi ad assistenza e accudimento perchè il suo compito nel dare aiuto è risvegliare le coscienze delle persone fino a restituire a ognuno¸ anche a chi è assediato dalle fatiche¸ la responsabilità dell’intera società
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I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza/4
Immaginare il futuro in storie di dabilità
a cura di Rossella Bo ... [et al.]
La disabilità di un figlio ha un impatto traumatico sulle famiglie. Come Medusa¸ pietrifica i pensieri e le emozioni. Troppo elevata è la sofferenza psichica per non innalzare meccanismi difensivi. Il tempo pare fermarsi di fronte all’irreparabile della disabilità. Un tempo che rischia di essere sempre uguale a se stesso¸ congelato dalla cronicitภse i genitori non riescono via via a elaborare il lutto per il bambino perfetto fantasticato e mai arrivato. Per questo¸ compito primario di chi lavora con queste famiglie è strappare le emozioni al congelamento¸ riavviare la funzione riflessiva e favorire l’emergere della resilienza
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Dasre visibilità al sapere educativo delle famiglie
Narrarsi tra genitori per apprendere ad aiutare i figli a lasciare il nido
di Paola Rainoldi
Dalla partecipazione al ciclo di incontri "Siamo aperti il martedì" del progetto Genitori&Figli del Gruppo Abele¸ l’autrice si chiede se la famiglia possa rappresentare anche forme di capitale pedagogico oltre quelle già note di capitale sociale. Una domanda che pone l’attenzione sul patrimonio di esperienze¸ conoscenze e pensiero di cui le famiglie sono¸ a volte inconsapevolmente¸ portatrici. Un sapere copmosito che può essere codificato secondo categorie formali della pedagogia a patto che si dia vita a luoghi e soste in cui possa emergere il pensiero maturato nel quotidiano della genitorialità
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Apprendere insieme l’affidamento
Uno strumento di cura delle interazioni fra affidatari e minoroi in rete
Di Marzia Saglietti¸ Serena Olivieri
Nell’affidamento familiare¸ lo spostamento avvenuto negli ultimi anni da un’ottica di supporto centrata sul minore a un’ottica centrata sulle interazioni fra quel minore e quella famiglia ha portato alla trasformazione della strumentazione educativa da progettualità educative individualizzate centrate sulla storia e sulle problematiche del minore¸ a progetti centrati sulla famiglia. Cosa ha significato questo cambiamento in termini di prospettive pedagogiche per gli educatori e per chi collabora all’affidamento? L’esperienza del Il Filo e il Nodo di Trento può essere utile per approfondire le modalità di scrittura di un progetto educativo
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