Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 281 / 2014 (marzo)
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Dichiariamo illegale la povertà
L’eresia dell’impegno in un Paese in emergenza civiltà
intervista a Luigi Ciotti a cura di Roberto Camarlinghi
Oggi la povertà è la peggiore malattia del nostro Paese: riguarda due famiglie su tre e ruba la speranza di un italiano su quattro. Oggi la povertà è la più grave illegalitภperchè viola i principi di dignità e libertà previsti dalla Costituzione. Chi è povero infatti non è libero e tra i poveri oggi - è triste constatarlo- ci sono più di un milione di bambini e ragazzi. Nel nostro Paese sta esplodendo una vera e propria emergenza civiltภche impegna tutti a fare delle scelte. Dobbiamo essere "eretici" - dice Luigi Ciotti in quest’intervista - perchè eresia deriva dal greco scegliee e questo è un tempo in cui la speranza è giustificata solo in coloro che non restano indifferenti.
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Che fare della diversità nella scuola?
Una scuola che si costruisce come "spazio comune" in cui comporre le diversità
Florence Giust-Despraires
La scuola si misura con fatica con le diversità sociali e personali al suo interno¸ riflesso di quelle che attraversano la societภdove sovente sono enfatizzate per nascondere le disugluaglianze. Misurarsi con le diversità chiede alla scuola di indagare con acutezza¸ da vicino¸ le questioni in gioco che rimandano alla fragilizzazione delle identità e delle appartenenze di gruppo e alla diffusione di atteggiamenti difensivi per salvaguadarle¸ fino a considerare il dissimile fonte di manaccia. Come la scuola può ridurre il senso di minaccia¸ svilluppare un pensiero in situazione sulle divesitภfarsi luogo di esercizi di alteritภallestirsi come "spazio comune" in cui ognuno sia risorsa?
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Ritrovare la complessità delle dipendenze
Andare oltre rappresentazioni viziate da semplificazioni e sansazionalismo
Leopoldo Grosso¸ Paolo Rigliano
Parlare con competenza di consumi e dipendenze non è affatto scontato. Non bastano dati e statistiche per maturare una lettura adeguata¸ poichè spesso le interpretazioni sono viziate da preconcetti e strumentalizzazioni che ciclicamente si ripropongono. Occorre¸ quindi¸ anche oggi¸ riapprendere a leggere le situazioni con una plluralità di sguardi e mappe¸ di saperi maturati nella ricerca scientifica e nell’esperienza sul campo. Tale ricchezza di saperi¸ data l’intrinseca complessità dei fenomeni di dipendenza¸ è chiamata ad alimentare un ascolto comprensivo delle specifiche storie di vita nei contesti sociali in cui prendono forma e a ridefinire le sue mappe in situazione.
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Dal concreto fare al trasformare fatti e vissuti in esperienza
Inserto del mese. Parole chiave per lavorare con i giovani/4
a cura di Michelangelo Belletti ...[et al.]
In un tempo di rapidi mutameni sociali e culturali¸ economici e lavorativi¸ non è solo facile per i giovani capire come trasformare i pensieri in azioni¸ perchè ogni situazione si presenta indecifrabile nella sua complessità. Sono richieste competenze divesificate che la scuola e la famiglia non sono in grado di abilitare¸ tanto più che le nuove generazioni sono spesso escluse dalle opportunità e risorse in circolazione nella societภin particolare nel mondo del lavoro. Pertanto è paradossale chiqedere ai giovani di organizzarsi senza averlo potuto aprrendere sul campo e di saper lavorare senza avere spazi in cui acquisire le competenze mentali¸ relazionali¸ operative. Certi saperi si apprendono solo nell’azione concreta. Come può l’educazione ripensarsi alla luce di queste esigenze?
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Anceh a scuola includere è collaborare
Appunti per tessere pensieri¸ relazioni¸ esperienze nel dare forma all’inclusione a scuola
Silvia Nicoletta Fargion¸ Francesco D’Amico
La tensione alle idealizzazioni e l’ansia di fronte alle divesità rende difficile anche a scuola vedere da una posizione ravvicinata e costruttiva i problemi che insorgono nel fare dell’inclusione qualcosa da inventare giorno dopo giorno. Ciò che è difficile e ansiogeno è fare spazio ai diversi attori in una situazione che si caratterizza per l’incertezza e la variabilitภma anche per la "insufficienza" dei saperi e delle competenze¸ non appena ci si chiude in se stessi. Eppure¸ è nel quotidiano ascoltarsi e relazionarsi che si può lavorare per immaginare e costruire la scuola come spazio in cui alleggerire la fatica di tutti¸ in particolare dei ragazzi e delle famiglie¸ e aprirsi a inediti apprendimenti.
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