Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 269 / 2013 (gennaio)
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Quel che torna è il padre della testimonianza
E’ Telemaco la metafora di inedite alleanze tra generazioni?
intervista a Massimo Recalcati a cura di Francesco Cappa
Nelle istituzioni¸ dalla famiglia alla scuola e ai luoghi aggregativi¸ per adulti e giovani è espolosiva la questione del padre¸ alla base della possibilità di costruire sul desiderio di vita anzichè sull’angoscia di morte. Ma¸ mentre nel passato si poteva parlare di un padre autoritario che poneva limiti alla generatività dei figli¸ oggi la funzione del padre e delle istituzioni sembra evaporarsi dentro l’assoggettamento di padri e figli alla logica del consumo. E’ possibile uscire da questa complicità senza toranare al padre autoritario? E quali alleanze inedite tra padri e figli rispetto a battaglie comuni per esprimere in modo generativo la vita dentro alle contraddizioni dell’oggi?
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E’ l’attesa di futuro a sollecitare la collaborazione
Cinque elementi che rendono possibile il lavoro comune
di Ennio Ripamonti
I nostri commportamenti sono mossi dall’interesse personale o da una naturale predisposizione alla collaborazione? Sarà capitato a molti di riflettere o discutere sul valore e soprattutto sulla spontaneità dell’altruismo nella convivenza umana. Il seguente contributo¸ ripercorrendo le varie correnti di pensiero e i diversi approcci - filosofici¸ biologici¸ sociologici - e tenendo conto degli studi sull’evoluzione¸ delle ricerche sulla prima infanzia¸ delle interazioni con le isituzioni sociali¸ analizza gli elementi che contribuiscono a coltivare lo spirito collaborativo¸ vero presupposto alla partecipazione
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La tutela in un’ottica di territorio
Orientamenti e indicazioni per costruire una progettualità integrata
di Franca Olivetti Manoukian
Il proverbio dice che ci vuole un villaggio per crescere un bambino. Questo villaggio non è certo quello globale¸ da cui siano tutti risucchiati e che anzi rende le nostre vite sempre più frenetiche e distratte verso le esigenze dei bambini. Ma non è neanche il villaggio dei servizi¸ sempre più in difficoltà a garantire con le proprie forze i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il villaggio a cui il proverbio richiama è la comunità sociale¸ quello che un tempo si chiamava il territorio. I servizi possono oggi utilmente rimettere in gioco le proprie competenze nel costruire¸ insieme agli attori territoriali¸ condizioni di crescita più adeguate per i bambini
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Inserto del mese. Fare comunità insieme agli anziani/1
Imprese sociali per nuovi modelli di residenzialità
a cura di Antonio Censi ...[et al.]
Domiciliarità e residenzialità non sono pratiche da contrapporre: non basta fare leva sulla "e" di congiunzione per capire quali costruzioni comportano i diritti per gli anziani. E’ decisivo assumere la domiciliarità come prospettiva da cui riformulare le forme organizzative¸ anche residenziali. In questa logica¸ se da una parte si giunge all’opposizione a residenzialità istituzionalizzanti¸ dall’altra ci si inoltra in residenzialità in cui l’anziano può essere persona in grado di apprendere a vivere. Un compito¸ per l’anziano e la sua famiglia¸ che rimanda a inedite "imprese sociali" di comunità
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Quando lo sport è esperienza che educa?
Dallo sport alla vita: adulti e ragazzi insieme in un percorso di crescita
di Claudio G. Cortese¸ Riccardo Tinozzi
Lo sport non professionista rimane un luogo in cui le nuove generazioni possono sperimentarsi liberamente nell’educarsi come cittadini¸ capaci di fare i conti con i problemi della propria generazione. Uscire dalla solituzine e ricomporre il rapporto io-noi¸ ritrovare la motivazione al contenimento delle energie distruttive per un loro uso creativo¸ contrastare il senso di impotenza partecipando a piccole imprese collettive in cui pensare e agire come soggetti responsabili¸ sono le condizioni per cui lo sport può essere palestra di cittadinanza
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Se l’errore è occasione di ricerca della via
Laboratori con preadolescenti/4: riconoscere il senso dell’errore e farne occasione di crescita
Di Alessandra Augelli
L’eperienza dell’errore¸ critica in ogni fase della vita¸ assume in preadolescenza connotazioni moltepllici e complesse. Riconoscere e rielaborare i propri errori un percorso con valenze legate alla costruzione identitaria¸ ai rapporti di riconoscimento reciproco¸ alla possibilità di aprire nuove prospettive. In alcuni casi errando si sbaglia soltanto¸ ma in altri si determina - anche positivamente - il proprio personale cammino nella vita: come possono gli educatori aiutare i ragazzi nel distinguere? Quali attività e riflessioni consentono di apprendere ad accettare e gestire gli errori¸ passo importante nela crescita individuale e nella convivenza collettiva?
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