Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 306 / 2017 (gen)
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Senza fiducia non c’è futuro
Se la fiducia è la scommessa¸ pericolosa ma fondamentale¸ sulla reciproca umanità
Intervista a Michela Marzano a cura di Roberto Camarlinghi
Affermare che il problema della nostra società è la mancanza di fiducia permette di rimettere al centro delle nostre relazioni - educative¸ umane¸ professionali - un concetto troppe volte trascurato: quello di fiducia. In questi anni solo economisti e sociologi lo hanno tenuto in conto¸ i primi facendone la molla della crescita¸ i secondi una risorsa per far fronte alle sfide e ai rischi del mondo globalizzato. La fiducia - è la lezione di queste pagine - è il motore della vita¸ individuale¸ organizzativa e sociale. Solo dentro relazioni di fiducia possiamo crescere come uomini e donne¸ aprirci agli altri e al mondo¸ rompendo il circolo vizioso della paura¸ il grande male del nostro tempo.
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Il bisogno luogo di emancipazione
Dal bisogno come carenza al bisogno come generatore della condizione progettuale
Mario Pollo
Non poche volte¸ tra operatori sociali ed educatori¸ emerge un ragionamento semplificante nell’approccio ali bisogni di persone e gruppi. Si vedono i bisogni solo dentro il circolo bisogno-risposta¸ con una risposta ridotta a erogazione di un sussidio o di una prestazione che meccanicamente li saturerebbe. In realtภil mondo in cui il bisogno viene espresso e soddisfatto non è mai neutrale poichè può un esito evolutivo o regressivo¸ può cioè contribuire all’autonomia o viceversa alla dipendenza. Come dunque accompagnarsi da educatori nella relazione con chi esprime bisogni alla ricerca di una possibile autonomia?
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Dissodare risorse per contrastare diseguaglianze
Come nel nostro quotidiano si può dar corpo alla costruzione dei diritti
a cura di Francesco d’Angella¸ Roberto Camarlinghi
Queste pagine - nate dal corso svoltosi a Bari e culminato con il grande appuntamento "Nei cantieri della città del noi" - rilanciano una ipotesi netta: di fronte alla gravità della "questione sociale" in atto¸ siamo chiamati ad assumere un atteggiamento generativo verso le risorse: capace non solo di usarle¸ ma di mobilitarle e rigenerarle. Perchè se è vero che il lavoro sociale è figlio della Costituzione¸ oggi per rendere esigibili i diritti non basta aggrapparsi alla loro dichiarazione¸ ma occorre che nei territori vi siano soggetti capaci di costruirli localmente. Assumere questa ipotesi cambia non poco il metodo di lavoro dei diversi professionisti.
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Apprendere con ragazzi curiosi ma distratti
Inserto del mese: Ragazze e ragazzi "spersi" tra scuola e territorio/2
Michele Marmo¸ Marco Martinetti¸ Ivana Paganotto
Da anni ci diciamo che è pauroso il numero di ragazze e ragazzi che abbandonano la scuola ma spesso anche lo sport e le altre aggregazioni ludico-creative. Sono storie di vita consegnate a una deriva di solitudine in cui si paga un amaro prezzo alla fragilità delle famiglie¸ alle contraddizioni del contesto al deficit della scuola. Come lavorare con questi adolescenti che spesso¸ se avvicinati in modo rispettoso e riconosciuti nei loro interessi¸ manifestano il desiderio di provare ad apprendere in luoghi accoglienti e sfidanti dove poter "mettere al lavoro" le proprie competenze e migliorarle?
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Tutti i ragazzi vanno a scuola con emozioni
Non si può apprendere se un insieme di ragazze e ragazzi non si fa un gruppo pensante
Paola Scalari
Insegnare senza essere esperti dei processi socio-affettivi non pare proprio possibile. Se manca questa competenza si ricollegano i problemi di apprendimento unitamente a carenze non rimediabili delle famiglie¸ a certificazioni di disturbi che isolano i singoli¸ a "questioni di disciplina" che stigmatizzano senza aiutare. Si tende a separare chi ce la fa e chi no¸ come se il farcela fosse questione individuale. In realtภnon meno di ieri¸ a scuola l’attore mobilitante è il gruppo: nell’includere e motivare facendo emergere le risorse di ognuno¸ nell’escludere e disperdendo le risorse del singolo. Come porre allora al centro una gruppalità motivante?
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