Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 301 / 2016 (mag/giu)
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Adulti e adolescenti: dove incontrarsi
Come ancora costruire terreni di incontro educativo con gli adolescenti
Intervista a Gustavo Pietropolli Charmet a cura di Paola Schiavi
Da più voci si sente dire che gli adolescenti di oggi non hanno più bisogno degli adulti. A dimostrarlo è il disinteresse in classe¸ la disaffezione verso le proposte degli adulti¸ la crisi che oggi vivono gli spazi oratoriali¸ lo scoutismo¸ i centri di aggregazione... In realtภa una lettura meno superficiale¸ le cose non stanno così. Gli adolescenti stanno cercando gli adultli anche se non lo danno a vedere. Cercano adulti competenti¸ che li aiutino a crescere¸ perchè hanno l’impressione che sia molto faticoso e che sarebbe bello se chi è già passato di là svelasse loro qualche segreto. Come allestire terreni di incontro dove il confronto educativo possa avvenire?
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Accompagnare i detenuti alla vita libera
Oltre il luogo comune: "Con chi è in carcere non c’è nulla da fare"
Pietro Buffa
Tra chi oggi opera in carcere è diffusa la convinzione che con molti detenuti sia impossibile preparare le dimissioni quando si avvicina il fine pena¸ ossia progettare percorsi di reinserimento sociale. E’ una convinzione motivata dal fatto che le persone in carcere appaiono prive di risorse personali¸ familiari e sociali su cui poter far leva per progettare il dopo. Ma è davvero così? Davvero non è possibile accompagnare i dimittendi al rientro nella società libera perchè non si intravedono risorse¸ opportunitภazioni possibili? Queste pagine documentano come costruire un’altra prospettiva di lavoro e di senso sia possibile
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Come contrastare la grave emarginazione adulta
Inserto del mese. Far fronte alla sofferenza urbana
a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Direzione generale per l’inclusione e le politiche sociali
La grave emarginazione adulta è un problema sociale in aumento. Essa è un intreccio di povertà di beni materiali¸ di competenze¸ di possibilità e capacitภche si combinano in situazioni di fragilità personali multidimensionali e complesse¸ le quali conducono alla deprivazione e all’esclusione sociale di chi ne è colpito. Varie sono le storie delle persone in povertà estrema che sopravvivono nelle strade delle città. Ad accomunarle il fatto di essere la punta di un iceberg di un disagio sociale ben più profondo¸ ancora troppe volte affrontato con logiche emergenziali o residuali.
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Un pensare e agire educativo di frontiera
L’apporto creativo della cooperazione sociale dentro le tensioni generative
a cura di Silvia Brena¸ Cristiano Conte¸ Ivo Lizzola
Come tornare a pensare e agire sulla frontiera dei territori¸ sui luoghi di incontro/scontro tra mondi diversi¸ spesso concorrenti¸ dove ognuno sempre più cerca la propria salvezza in un tempo di risorse scarse? Se questa è una sfida per quanti lavorano nel sociale¸ lo è a maggior ragione per la cooperazione¸ erede di una storia decennale di posizionamento sulle frontiere e con una sua sensibilità per le situazioni in cui queste tendono a chiudersi¸ generando sacche di marginalità e privatizzazione della vita sociale. Ma con quali linguaggi e strategie la cooperazione sociale può oggi reinterpretare questa sua storica funzione?
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Quando la partecipazione è efficace?
Amministratori pubblici alle prese con alcune trappole nel lavoro con i cittadini
di Pier Paolo Inserra
Nella tensione a produrre beni comuni sul territorio si intravede anche la ricerca di nuovi equilibri nella collaborazione tra cittadini e amministratori locali¸ con un invito reciproco a rendersi aperti e plasmabili dalle reciproche attese e idee. Se da una parte¸ infatti¸ non pochi cittadini¸ pervasi dall’incertezza¸ rischiano di usare la partecipazione a tutela di interessi privati senza inoltrarsi in strade di collaborazione¸ dall’altra le istituzioni locali faticano a uscire dall’idea di governare dall’alto o si rifugiano in procedure burocratiche. A quali condizioni¸ pertanto¸ si può uscire dall’enfasi della partecipazione?
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