Animazione sociale

Mensile per gli operatori sociali.

Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €

Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 282 / 2014 (aprile)

• Ritrovare e rinnovare lo spirito del welfare
  Dalla fine del primo welfare alla ricerca delle premesse per un nuovo welfare
  Intervista a Sergio Manghi a cura di Franco Floris¸ Francesco Faligaris
  Nel lavoro sociale siamo presi da bilanci faticosi¸ perdite di posti di lavoro¸ appalti e convenzioni a rischio. Un affanno comprensibile¸ a tratti drammatico. Così facendo¸ tuttavia¸ rischiamo di non alzare lo sguardo per vedere¸ in quadri di lettura più ampi e approfonditi¸ quel che accade dentro e intorno al welfare. Il vero nodo è la sua legittimazione culturale. Il senso del welfare¸ infatti¸ si sta affievolendo nella percezione dei cittadini. Essi vedono un susseguirsi di prestazioni¸ appropriate o meno¸ ma non si sentono partecipi di una grande impresa¸ sempre da criticare e reinventare¸ che dà forma alla responsabilità collettiva che ci si assume per l’umanità degli altri¸ di ogni "altro". (Sergio Manghi è docente di sociologia dei processi cuturali e comunicativi all’Università di Parma)
  
• Emanciparsi: solo una questione individuale?
  Può darsi emancipazione se la società propone il permanere in una condizione infantile?
  Mario Pollo
• Cooperare per quali intraprese?
  Una cooperazione che pensa e costruisce con le risorse locali
  Antonella Morlini
  La possibilità di un nuovo welfare passa dalla capacità di cittadini¸ organizzazioni e istituzioni di misurarsi con i problemi odierni allestendo "imprese sociali di comunità". E’ la complessità dei problelmi a richiedere imprese complesse¸ luoghi di partecipazione non banale¸ a intelligenza plurale¸ in cui convergano risorse formali e infomali¸ del pubblico e del privato sociale¸ facendo leva su prncipi come il mutualismo e il cooperativismo. Dopo l’enfasi liberista con il degrado del valore dell’individualità in inedite forme di esclusione¸ cresce l’iptesi che nel"sortire insieme dai problemi" - per una via "politica" -¸ le individualità singolari e collettive trovino senso.
  
• Adulti fragili dentro città flipper
  Inchiesta del mese. Come far fronte alle sofferenze urbane
  a cura di Roberto Camarlinghi e Francesco d’Angella
  Le nostre città sono attraversate da uomini e donne che vivono vite difficili¸ spesso di strada¸ gravate da disagi e fatiche. Vite che paiono avvinte in una sorta di legge dell’eterno ritorno¸ che blocca il tempo della loro esistenza. Seppur non maggioranza¸ sono le persone che più ipegnano emotivamente gli operatori¸ che si sentono ipotenti di fronte a questi uomni e donne cui non si sa più cosa proporre e rispetto ai quali ci si sente soli nel farvi fronte. Come se anche tra servizi non si riuscisse a costruire comunanze e collaborazioni e questa incapacità finisse per condannare al’imodbilismo anche il sistema dell’aiuto.
  
• Accompagnare vite fragili nella città
  Il servizio sociale a bassa soglia del Comune di Bologna
  Monica Brandoli¸ Daniela Ghinello¸ Giovanna Esena
  Il regolamento in materia di servizi sociali estende l’accesso alle prestazioni sociali anche a chi¸ pur non residente ma temporaneamente presente sul territorio¸ presenti un "bisogno indifferibile e urgente". Poichè questa casistica comprende vite fragili che spesso¸ per il loro nomadismo urbano¸ non appartengono a nessun quartiere¸ può essere utile che una città vi dedichi un servizio sociale a bassa soglia. Ciò permette di alleviare i servizi di quartiere¸ oggi alle prese con le difficoltà dei residenti¸ ma soprattutto di fare accompagnamento dedicato con queste vite smarrite. Vite segnate sì da pesanti difficoltภma non per questo irrimediabilmente chiuse a un futuro.
  

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