Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
Per ulteriori informazioni
Sommario n. 310 / 2017 (mag)
-
Educare alla democrazia non è una scelta
Ma come educare alla democrazia se oggi la distanza generazionale è così forte?
Intervista a Raffaele Mantegazza a cura di Roberto Camarlinghi
In una scuola come quella italiana educare alla democrazia non è una libera scelta di un insegnante. L’insegnante educa alla democrazia perchè vive in uno Stato democratico; perchè la Costituzione è la sua bibbia laica; perchè il Parlamanto è il suo datore di lavoro. E tuttavia oggi l’insegnante sempre più si domanda: "Ma con questa generazione di "alieni" che ogni mattina mi trovo davanti in classe come posso educare alla democrazia?". Domande legittime¸ che però non devono far dimenticare quanto la pedagogia dice da sempre: che si educa solo tra differenti. E allora giochiamola questa differenza
-
La paura della relazione con il migrante
E’ ancora possibile avere noi per primi il coraggio della ragione?
Rita Farneti
La paura della relazione con l’altro è oggi diffusa¸ date le fatiche che segnano le identità personali in assenza di riconoscimenti sociali e significati condivisi. La paura si accresce ogni volta che ci si confronta con mondi sconosciuti che presentano modelli di pensiero¸ relazione e azione distanti dai nostri. Non meraviglia dunque la diffidenza verso gli immigrati¸ percepiti come troppo altri da noi¸ ritenuti portatori solo di pericolosità. In realtà il quotidiano sperimentare intrecci culturali cresce ma¸ nonostante ciò¸ non è facile oggi entrare in relazione perchè siamo in un tempo di incertezza identitaria che rischia di far perdere l’ancoraggio alla ragione
-
La riabilitazione nel diversificarsi di consumi e dipendenze
Inserto del mede: Idee e pratiche dai territori della cura
Testi di Emanuele Bignamini ... [et al.]
-
Educatori nel riabilitare storie di dipendennza
Dal chiudersi in nicchie al viversi responsabili del compito nel Serd
Cecilia Bernardi ... [et al.]
Molti dei problemi nel mondo dei consumi di sostanze rimandano a sfide educative perse tra scuola¸ famiglia¸ reti sociali¸ mondi lavorativi. Come si è visto nell’inserto nelle pagine precedenti¸ entro cui questo articolo va collocato¸ tali sfide chiedono di alleggerire le separatezze degli specialismi per trovare inedite spinte collaborative e convergenze a servizio dell’unitarietà delle persone con entità bio-psico-sociali. Più da vicino¸ tutto questo porta gli educatori al lavoro nella prevenzione e riabilitazione a non chiudersi in nicchie difensive ma a mettere in gioco il loro approccio per attivare la tensione educante delle organizzazioni e delle comunità locali
-
Comprendere il rifiuto dei compiti a casa
appunti per orientarsi dentro intricate questioni emotive e relazionali
Giovanni Mazza
Non tutti i bambini e i ragazzi¸ una volta rientrati a casa¸ è facile riprendersi dall’investimento emotivo e cognitivo che l’andare a scuola comporta. Il tempo per rigenerarsi varia da studente a studente¸ e aumenta soprattutto nei casi in cui vi sia un eccesso di fatiche scolastiche e relazionali. Per chi si trova ad affiancare il momento dei compiti pomeridiani - che sia genitore¸ educatore o insegnante di sostegno - spesso non è facile gestire questa fase¸ fatta di no¸ rabbie e sbadigli. Il viaggio a cui ci introduce l’articolo - ricorrendo a passi attratti dalla letteratura e dal cinema¸ oltre che dalla psicologia e dalla pedagogia - offre molteplici spunti di conversazione tra adulti e ragazzi
-
Fare traslochi nei nostri discorsi sull’educare
La metafora strumento di disvelamento e conoscenza pedagogica
Andrea Marchesi
Nel ragionare con gli educatori emergono problemi che nascono dal rifugio in idealizzazioni e depressioni¸ preconcetti e razionalizzazioni che portano a ritenere "altro non è possibile"¸ senza così attingere alle loro energie e a quelle non viste nelle situazioni in cui si opera. Come rimettersi in contatto contali energie e con i pensieri che potrebbero scaturirne? Da questo punto di vista il ricorso al linguaggio metaforico¸ con una produzione di nuove metafore estratte dal lavoro quotidiano¸ permette di accedere a zone inesplorate dove desideri e conoscenze¸ azioni e riflessioni si co-generano fino all’emergere di inediti sguardi e visioni¸ possibilità e svolte¸ energie e alleanze
5/2020 |
7/2019 |
6/2019 |
5/2019 |
4/2019 |
3/2019 |
2/2019 |
1/2019 |
9/2018 |
8/2018 |
7/2018 |
6/2018 |
5/2018 |
4/2018 |
3/2018 |
2/2018 |
1/2018 |
9/2017 |
6/2017 |
5/2017 |
3/2017 |
2/2017 |
1/2017 |
304/2016 |
303/2016 |
9/2016 |
6/2016 |
5/2016 |
4/2016 |
3/2016 |
1/2016 |
296/2015 |
291/2015 |
290/2015 |
6/2015 |
285/2014 |
284/2014 |
283/2014 |
282/2014 |
281/2014 |
280/2014 |
279/2014 |
276/2013 |
275/2013 |
12/2013 |
11/2013 |
6/2013 |
5/2013 |
4/2013 |
3/2013 |
2/2013 |
1/2013 |
10/2012 |
9/2012 |
Torna all'elenco spogli.