Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 303 /2016 (set-ott)
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I luoghi della cura
Come mandare avanti la rivoluzione culturale avviata da Basaglia
Intervista a Peppe Dell’Acqua a cura di Anna Poma
Noi oggi sappiamo che i luoghi della cura non possono essere se non i luoghi dell’accoglienza di chi si trova a vivere una condizione di acuto dolore¸ a fronteggiare il deserto delle relazioni¸ a controllare con fatiche impensabili voci paurose e suadenti. E invece accade dappertutto che la cura diventi una via crucis tra psicofarmaci¸ letti di contenzione¸ violenze delle istituzioni e delle psichiatrie. Noi oggi sappiamo che i luoghi buoni della cura sono i luoghi soglia¸ non quelli chiusi¸ i luoghi che riproducono sopraffazioni. E allora¸ mezzo secolo dopo Basaglia¸ è ancora sempre tempo di mandare avanti quella storia
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E’ il pregiudizio a gelare la generatività
Come reagire alla glaciazione delle differenze?
Emanuela Fellin¸ Ugo Morelli
Al pregiudizio si giunge oggi sotto la spinta di un’ansia crescente¸ che blocca la capacità di entrare in contatto critico con il reale e accostarsi alle diversitภdi esplorare le sfaccettature e le possibilità che si aprono per inoltrarsi in relazioni e riconoscimenti capaci di alleggerire la pesantezza del vivere. Così facendo¸ ci si impedisce l’essere generativi. Per attenuare i pregiudizi¸ tuttavia¸ a nulla servono l’irrisione o la banalizzazione¸ perchè ogni pregiudizio è indice di una sofferenza che va accolta. Meglio allestire spazi e climi relazionali "dentro" il vivere quotidiano in cui eterogeneitภdiversità e differenze possano essere intravisti come luoghi di incubatori di futuro per tutti
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Nuove generazioni in ricerca di altre generatività
Ragionamenti verso il secondo appuntamento "Cose da fare con i giovani"
a cura di Andrea Marchesi¸ Michele Marmo¸ Franco Floris
Iniziamo con queste pagine il cammino verso il secondo appuntamento di "Cose da fare con i giovani" (a Rovereto¸ nel febbraio prossimo). Collegandoci alle "Dieci ipotesi per lavorare ancora con i giovani"(nr.286/2014)¸ il passo successivo della ricerca con gli operatori riteniamo sia l’approfondire in termini di metodo l’approccio ai giovani con una operazione intrisa di curiosità e ascolto¸ ma anche di credito e sostegno alla loro ricerca di futuro. Nella convinzione che stiano nascendo tra i giovani nuove forme sociali¸ nuovi organismi gruppali e reticolari che si sperimentano su strade inedite¸ tra successi e insuccessi¸ per tener fede all’appuntamento con il mondo
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Fare salute mentale oggi
Idee pratiche dai territori della cura
Eugenio Borgin ... [et al.]
Negli slogan dominanti la fragilità è qualcosa di inutile e molte volte di colpevole: come qualcosa che¸ se lo volessimo¸ ci sarebbe possibile superare e cancellare. Ma la fragilità non è questo¸ nè è da accostare in questi termini. La fragilità è dimensione costitutiva del nostro essere uomini e donne: l’esistenza è fragile¸ e in ogni relazione umana si viene in contatto con la fragilità altrui. Non solo¸ ma la fragilità è premessa alla comprensione delle emozioni che si agitano nella interiorità di chi chiede il nostro aiuto. Solo riconoscendoci nel destino di fragilità dell’altro¸ riusciamo a metterci con lui in una relazione che sia di cura
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Se il servizio sociale diventa una trincea
Uno sguardo dietro le quinte per provare ad aprire ipotesi di futuro
Cira Stefanelli
Queste pagine sono il racconto di un’esperienza di lavoro in un servizio sociale di un grande Comune. Uno sguardo dietro le quinte¸ per mettere a fuoco difficoltà e contraddizioni¸ incertezze e inquietudini¸ motivazioni e delusioni¸ mandati pesanti e minacciosi che incombono oggi sugli operatori. E’ dalla comprensione di quello che accade nelle trincee dei servizi sociali che è necessario ripartire per ripensare il lavoro sociale sul territorio. E per rilanciarlo in una prospettiva più attiva e collaborativa con gli organi di indirizzo politico¸ con le persone che nel territorio abitano¸ con le cooperative sociali che assumono tante parti di attività
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Al lavoro con giovani senza lavoro
Territori che si sperimentano nel contrastare insieme la disoccupazione giovanile
Massimiliano Anzivino¸ Lauro Menozzi
La mancanza di lavoro per i giovani è drammatica. Non meno drammatica è la loro solitudine nel cercare di entrare nel mondo del "lavorare". Quasi un giovane su due a livello nazionale è alle prese con una complessa ricerca lavorativa e ancora fortemente dipendente dal welfare familiare. Le strategie di risposta spesso portano alla creazione di luoghi di parcheggio di tipo assistenziale più che lavorativo. Una strada più generativa da percorrere è allora la mobilitazione e collaborazione tra energie dei territori a livello politico¸ imprenditoriale¸ culturle e formativo¸ per delineare una pluralità di "ambientazioni lavorative" entro cui i giovani possano ingaggiarsi
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