Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 296 / 2015 (dic.)
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Per relazioni di aiuto non banali
Se un po’ di psicoanalisi aiuta ad andare al di là dei soliti confini
Intervista a Antonello Correale a cura di Roberto Camarlinghi
La psicoanalisi ha rappresentato un enorme passo avanti nella conoscenza e nella ricerca attorno ai temi della psiche umana. E tutt’oggi costituisce un patrimonio di saperi e intuizioni per chiunque svolga funzioni educative¸ di cura e di aiuto. Le idee portanti¸ infatti¸ offrono preziosi appigli per dare spessore all’incontro con l’altro¸ per comprenderne le resistenze e i desideri per accompagnarne l’evoluzione. Non si tratta di diventare psicoanalisti¸ ma di riconoscere che un po’ di psicoanalisi arricchisce la comprensione dell’umano¸ permettendo di andare al di là dei soliti confini¸ talvolta asfittici¸ in cui chiudiamo la relazione con gli altri e con noi stessi
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Auto-organizzarsi fra cittadini dentro la crisi
Le possibilità di sviluppo che l’auto-organizzazione offre alle comunità territoriali
di Luca Comello¸ Lorenzo Loan
L’auto-organizzazione a livello delle comunità territoriali è lo spazio delle possibilità che si apre dinanzi a esse. Infatti¸ anche dentro situazioni di forte degrado¸ possono emergere organismi sociali che non si arrendono alla crisi e maturano anticorpi per sperimentare modalità di vivere¸ convivere¸ produrre¸ fare politica. Con le loro potenzialità e i loro limiti¸ questi organismi si connotano nelle comunità locali per una forte tensione all’auto-organizzazione¸ alla cooperazione e all’intraprendenza¸ divenendo alleati preziosi per una nuova fase di sviluppo¸ in grado di trasgredire "regole intoccabili" e di aprire alla possibilità di perseguire un futuro diverso
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Cooperare dentro imprese di comunità
Riposizionamenti di terzo settore e cooperazione sociale nelle imprese di comunità
di Ilana Gotz¸ Francesca Santaniello¸ Flaviano Zandonai
Far parte di imprese di comunità è una prospettiva a cui molte cooperative sociali sono sensibili. In tale direzione spinge la storia della cooperazione che ha come mandato il servizio alla comunità e come esigenza quella di collaborare con altri soggetti per misurarsi con i problemi del nostro tempo. Un’esigenza che è anche economica¸ perchè sempre più le risorse per lavoarare non potranno che venire dal mettere insieme risorse di istituzioni pubbliche¸ imprese profit¸ non profit¸ fondazioni e delle stesse comunità locali. Ma come entrare in imprese di comunità? Per rispondere è opportuno un primo bilancio¸ una rilettura critica capace di valorizzare gli attuali esperimenti
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Animare fra cittadini uno Spazio di Comunità
Inserto del mese Abitare una Casa per abitare un quartiere
a cura di Roberto Arnaudo ... [et al.]
In un tempo di frammentazione e chiusura nei mondi privati o in gruppi arroccati tra simili¸ non mancano esperienze in controtendenza. Molteplici sono i nuovi organismi sociali che nei territori convergono nell’intento di produrre¸ intrecciando idee dei cittadini e di istituzioni sensibili¸ una nuova generazione di beni comuni¸ con un approccio ispirato da principi di responsabilità civica ed ecologica¸ cooperazione¸ sharing economy. Tra queste esperienze un valore particolare¸ a livello culturale e politico¸ vengono ad avere quelle che mirano al recupero di spazi fisici per farne una "casa-in-comune"¸ un laboratorio di nuovi stili di vita e di convivenza
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Nuove frontiere nell’integrazione dei migranti
Piccolo vocabolario dell’educarsi per una città ospitale
Christian Boniardi
Ogni città è ormai luogo di frontiera tra molteplici mondi migranti¸ al punto da rendere insufficienti le parole con cui oggi si ragiona e agisce. Solo un arricchimento del vocabolario può rendere capaci di misurarsi con i problemi inediti di che entra "scalzo" nelle nostre città ricercando un luogo¸ anche temporaneo¸ dove iniziare a (ri)costruirsi una vita. Pur necessari¸ non bastano i linguaggi dell’accoglienza¸ se non vengono ad arricchirsi con i linguaggi impegnativi del far leva sulle risorse dei migranti¸ del creare piccole opoportunità che valorizzino la forza di volontà che muove i loro animi e i loro corpi¸ dello sviluppare reti di incontro con la città
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Mi chiamo Svetlana e faccio la badante
Imparare a considerare con uno sguardo politico i fenomeni delle nostre città
Davide Pizzi
Esiste un giardino in ogni città dove per un’ora¸ nel pomeriggio¸ si incontrano donne dell’Est Europa¸ acomunate dalla condizione di "badanti". Quel giardino racconta molto di noi¸ di una società che invecchia e di un welfare che assume i contorni del fai-da-te. Illumina cosa accade in tante famiglie alle prese con la difficoltà di assolvere ai compiti di cura¸ e rende visibili¸ solo per qualche istante queste done che perlopiù vivono recluse nelle case degli anziani. Ascoltare le loro storie¸ lasciarsene interpellare¸ apre ragionamenti - oltre che sulle diseguaglianze del mondo - sul lavoro di cura¸ sulla sua scarsa considerazione¸ sulle sue fragili cornici politiche
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