Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 307 / 2017
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Educarsi a essere felici
Se la felicità è grazia¸ ma anche progetto
Intervista a Salvatore Natoli a cura di Roberto Camarlinghi
E’ opinione comune che agli uomini accada di essere felici. Si dice infatti che la felicità giunge inattesa e in modo altrettanto inatteso svanisce. Essa sembra possedere la natura dell’attimo e dipendere dal gioco della sorte. Se così è¸ felici sono i fortunati e non v’é alcun merito nella felicità. Ma è davvero così? O la felicità è anche qualcosa che gli uomini possono procurarsi e della cui eventuale perdita di un certo senso sono responsabili? Se la felicità è il sentimento di un intimo accordo dell’anima con se stessa e con il mondo circostante (la natura¸ le cose¸ gli altri...)¸ questa condizione di generatività è frutto del caso o è suscettibile di progetto?
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Com’è facile commettere il male
I meccanismi sociali che mettono a tacere la responsabilità morale
Roberto Camarlinghi
Sappiamo come sia facile abdicare alla fondamentale responsabilità verso l’Altro anche senza volerlo. Capita quando nelle nostre routine ci atteniamo alle procedure senza entrare in empatia con le situazioni. O quando incaselliamo gli altri in categorie che ne negano la singolarità se non l’umanità. O quando rinunciamo all’autonomia del pensare e del sentire. Occorre avere lucida consapevolezza dei meccanismi in grado di silenziare la responsabilità morale e di privare la vita sociale di protezioni contro l’accadere dell’immortalità e della disumanità. Perchè il male¸ oltre che in piccolo¸ può accadere in grande. Come il ’900 ci ha insegnato con la sua pagina più terribile: la Shoah
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Oggetto della nostra cura è il territorio
E’ tempo di tornare a parlare con la gente
Andrea Morniroli
Oggi più che mai serve la capacità di riportare il fare sociale dentro i territori. Perchè è impensabile continuare a operare sui problemi sociali senza tenere conto dei contesti. I problemi sociali infatti¸ dall’accoglienza dei migranti ai tanti volti delle emarginazioni urbane¸ impattano sui luoghi¸ modificandoli anche fisicamente¸ talvolta aprendo contraddizioni e provocando rotture che quasi sempre vengono riempite dalla diffidenza¸ dalla paura¸ dal rifiuto¸ Per questo¸ nel pensiero e nell’agire delle operatrici e degli operatori¸ i luoghi e chi li abita vanno considerati tra i destinatari degli interventi. Vanno cioè presi in carico dedicando loro cura¸ ascolto¸ parole
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Incontrarsi tra adolescenti e adulti ltre i pregiudizi
Inserto del mese: Generazioni in ricerca
Cira Stefanelli ... [et al.]
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Giovani attivi nelle piattaforme sociali abilitanti
L’apprendimento istituente dei giovani nel partecipare al governo del territorio
Nicola Basile¸ Giuseppe Imbrogno
Ogni società è chiamata a investire le proprie energie nel prendere le distanze da ciò che in passato è stato istituito per assumersi una responsabilità istituente nell’oggi¸ alla luce di sfide come la coesione sociale¸ la giustizia¸ la democrazia. Nei luoghi di discussione¸ ideazione e decisione è vitale la presenza dei giovani affinchè maturino a loro volta una competenza istituente. Altrimenti il rischio è che si rompa il rapporto tra giovani e istituzioni e che imploda la generatività dell’intera società. In questa prospettiva sono oggi importanti quei percorsi in cui i giovani si abilitano a partecipare alla vita comunitaria in una logica di bene comune
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Quale lavoro tesse comunità fragili
Il sovrapporsi delle fibre che danno robustezza al filo della trama
Luca Rossetti
In questi anni¸ nel frammentato paesaggio urbano¸ si è assistito a un pullulare di azioni dal basso da parte di gruppi di cittadini e di tentativi di coinvolgimento dall’alto da parte di istituzioni locali. Diventa importante oggi trarre apprendimenti da queste esperienze di cambiamento possibile nei quartieri¸ al di là della retorica in cui si rischia di cadere ogni volta che si parla di comunitภdi partecipazione dei cittadini¸ di welfare di prossimità. Riattraversare le esperienze mostra come i fili che tengono insieme una comunità siano di per sè esili¸ ma possono rafforzarsi nel loro intrecciarsi. Il che rimanda a un lavoro professionale capace di presidiare la forza del legami
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