Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
Per ulteriori informazioni
Sommario n. 311 / 2017
-
E’ venuto il tempo dell’impazienza
Il mondo dei servizi di welfare e delle cooperative sociali tra declino e metamorfosi
Intervista a Ota De Leonardis a cura di Roberto Camarlinghi¸ Francesco d’Angella
Davanti al declino che avvolge i servizi di welfare¸ del pubblico e del privato sociale¸ è venuto il tempo dell’impazienza. L’impazienza per i troppi atteggiamenti adattivi¸ che portano a dire "apriamoci piccole nicchie e per il resto lasciamo che le cose vadano come vanno".
L’impazienza per la diffusa aderenza al reale¸ che finisce per far percepire la realtà addirittura come necessità. L’impazienza davanti a professioni che si chiudono su di sé o nella relazione con l"utente"¸ fino a smarrire ogni significato storico. L’impazienza davanti a un sociale che accetta i codici della competizione¸ rinunciando a far valere la propria diversità nella costruzione del futuro
-
Essere presenti al proprio tempo
Responsabilità come modo di stare al mondo
Laura Boella
Gli stimoli più fecondi della riflessione etica contemporanea vanno nella direzione di affermare la responsabilità originaria¸ l’emozione dell’incontro con l’altro¸ l’impossibilità di non rispondere al suo appello¸ accentuando al tempo stesso l’unicità e insostituibilità dell’io che deve farsene carico. L’espressione "essere presenti al proprio tempo" permette di fare un passo ulteriore. Ossia di affermare che questo soggetto che noi siamo c’è¸ risponde¸ si fa carico della vulnerabilità di essere che hanno bisogno di cura¸ della fragilità che ormai si estende all’insieme del vivente e infine prende cura del mondo come spazio dell’essere insieme
-
Poter dare una mano al futuro di tutti
Giovani che crescono lavorando allo sviluppo locale
Kristian Caiazza¸ Michele gagliardo
La crisi più profonda oggi è relativa al senso di futuro. Coinvolge gli adulti non meno che le nuove generazioni¸ per le quali è distruttivo sentire di non poter dare una mano al futuro della società cui appartengono. Eppure l’orizzonte non è chiuso neanche oggi perchè anche l’oggi nutre aspirazioni e invita a partecipare alla costruzione qui e ora di trame di futuro. Per coglierle occorre uscire da pensieri massimalisti o minimalisti¸ immergersi nel quotidiano vivere il proprio territorio¸ dove prendono forma¸ più di quanto si creda¸ esperimenti che fanno già parte del futuro. Ma come possono i giovani essere aiutati a incarnare creativamente le diffuse suggestioni del vivere altrimenti
-
Imparare a essere gruppo di lavoro
Inserto del mese : Dall’io al noi
Testi di Paola Scalari¸ Antonello Correale
L’inserto tratta di Come il gruppo ¸ possa essere antidoto alla crisi dei legami problema della società d’oggi; Come far funzionare il cerchio con i colleghi; Come abilitare un gruppo a pensare come mente collettiva; la centralità della leadership per il buon funzionamento di un gruppo
-
Da fragilità sociali a risorse per città disorientate
Costruire laboratori di comunità partendo dalle persone senza dimora
Franco Canè ... [et al.]
Da sempre la "sofferenza urbana" è anche luogo dove si formano gruppi e reti solidali¸ dove si scommette sul ricostruire comunità partendo da chi da quella comunità è stato messo ai margini. Alla base la convinzione che proprio il sapere accumulato da chi vive l’esclusione può essere tessuto prezioso per rigenerare trame di socialità utili alle fatiche di tutti. Anche oggi¸ dentro città disorientate e fragili¸ si stanno sperimentando percorsi in cui intrecciare storie di vita diverse abilitandole a ospitarsi reciprocamente. Una sfida che chiede agli operatori innovativi modelli di pensiero e di azione¸ prima ancora che organizzazioni animate da leggerezza¸ fiducia¸ intraprendenza
-
Che cosa fa di un’equipe un gruppo creativo
Scelte metodologiche per operare in una comunità residenziale
Mauro Melluso
Continuare a fare esperienza e apprendere da essa è irrinunciabile per dare senso al proprio lavoro quotidiano di operatori sociali. Essere immersi in un flusso d’esperienza è tenere insieme cura dell’io e cura del noi in un gruppo coeso¸ pensante¸ partecipativo¸ sempre aperto ad apprendere man mano che le situazioni si evolvono. Inoltrarsi verso questo obiettivo è una scelta soggettiva¸ che però non matura se manca un humus gruppale di fiducia¸ un circolo attivo pensiero-azione-pensiero¸ un coordinamento in grado di cedere potere e far spazio all’apporto di tutta l’equipe. A quel punto la creatività dell’equipe si fa creatività umana e professionale di ogni operatore
5/2020 |
7/2019 |
6/2019 |
5/2019 |
4/2019 |
3/2019 |
2/2019 |
1/2019 |
9/2018 |
8/2018 |
7/2018 |
6/2018 |
5/2018 |
4/2018 |
3/2018 |
2/2018 |
1/2018 |
9/2017 |
6/2017 |
5/2017 |
3/2017 |
2/2017 |
1/2017 |
304/2016 |
303/2016 |
9/2016 |
6/2016 |
5/2016 |
4/2016 |
3/2016 |
1/2016 |
296/2015 |
291/2015 |
290/2015 |
6/2015 |
285/2014 |
284/2014 |
283/2014 |
282/2014 |
281/2014 |
280/2014 |
279/2014 |
276/2013 |
275/2013 |
12/2013 |
11/2013 |
6/2013 |
5/2013 |
4/2013 |
3/2013 |
2/2013 |
1/2013 |
10/2012 |
9/2012 |
Torna all'elenco spogli.