Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 277 / 2013 (novembre)
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L’altra faccia del lavoro
Entro quale prospettiva i giovani(non) si vedono al lavoro?
Intervista a Ugo Morelli* a cura di Francesca Caligari¸ Franco Floris
Come Paese abbiamo un drammatico problema di precariato giovanile. In gioco è il futuro dei giovani e della stessa societภesposta nel fututo al blocco dell’innovazione e imprenditorialità. E tuttavia molti giovani non sembrano alla ricerca di un "posto" di lavoro¸ perchè se da un lato il lavoro è poco e mal retribuito¸ dall’altro è l’idea di lavoro che è in trasformazine. E’ in atto un cambiamento profondo negli stili di vita e nel significato dato al lavoro. Un significato intuito¸ spesso non interrogato a sufficienza. Il rischio è lasciare soli i giovani nella loro ricerca¸ con gravi ricadute sulla presa di coscienza di sè e sulla convivenza sociale. *Ugo Morelli è docente all’Uiversità di Bergamo e fondatore di Polemos¸ scuola di ricerca e formazione sul conflitto.
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Resistere a ogni istituzionalizzazione della vecchiaia
Quando le organizzazioni che lavorano con anziani intravedono i rischi dell’istituzionalizzazione?
Renzo Scortegagna
Il confronto sui problemi degli anziani sembra oggi limitarsi alla comprensibile dialettica tra domiciliarità e residenzialità. Tale dialettica lascia nell’ombra un nodo delicato: la neo-istituzionalizzazione dell’anziano oggi. Che sia a casa o in una residenza¸ che sia in un contesto sociale o in uno sanitario¸ non importa. E dunque questo è un tempo che chiede di schierarsi¸ ancora una volta¸ dalla parte delle persone¸ della loro storia¸ del loro legame¸ con un ambiente¸ per contrastare ogni forma di categorizzazione e adeguamento a regole passivizzanti delle diverse forme di residenza ma anche degli apporcci domiciliari che assinstenzializzano i problemi.
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Educarci al welfare bene comune
Documento base del II Appuntamento nazionale degli operatori sociali
a cura di Animazione sociale
L’8-9 novembre 2013 Animazione Sociale ha convocato a Torino il mondo degli operatori del welfare. Ovvero tutti coloro che hanno a cuore quel grande sistema di aiuto¸ cura¸ educazione¸ che qualifica come umana una società. Perchè una società può dirsi umana se non abbandona nessuno al suo destino¸ ma crea le condizioni affinchè la dignità di tutti sia rispettata. Oggi il welfare dei servizi è ferito dai tagli e dalla delegittimazione. Questo stato di cose¸ lungi dal gettarci nella rassegnazione¸ ci sollecita con ancor più forza a capire cos’è in nostro potere fare¸ nelle nostre azioni e interazioni quotidiane¸ per ri-legittimare il welfare e costruire localmente i diritti.
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Bussole per ri-tracciare rotte di impresa sociale
Inserto del mese. Storie di cooperazione sociale/1
a cura della Cooperativa sociale Lotta contro l’Emarginazione
Nelle acque burrascose di questo tempo¸ in cui la navigazione si è fatta insidiosa e i riferimenti sono diventati incerti¸ è indispensabile ridirsi il senso del nostro navigare. Per reggere la fatica¸ certo¸ percè una fatica senza un senso diventa inutile sofferenza¸ ma anche per ri-tracciare rotte che consentano a queste fragili imbarcazioni - le cooperative o imprese sociali¸ che costituiscono un attore importante del welfare e dell’economia del nostro Paese - di proseguire il loro viaggio. Queste pagine intendono offrire alcune bussole per inoltrarsi nel futuro¸ per rigenerare nuovi slanci e desideri¸ per riaffermare la funzione della cooperazione sociale all’interno della nostra società.
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Una scuola di progetti speciali con ragazzi speciali
Per un ancoraggio pedagogico dell’inclusione sociale e culturale con "bisogni educativi speciali"
di Alain Gousssot
Pur fra incertezze¸ in questi anni nella scuola sono cresciute la sensibilità e l’attenzione verso i ragazzi e le ragazze che manifestano particolari difficotà nel relazionarsi e nell’apprendere. Eppure rimane alto il rischio che la scuola deleghi tali problemi agls pecialisti con le loro tecniche e strumenti¸ oppure che si arrocchi nella presunzione di sapere da sola cosa fare. In realtà la complessità delle sfide chiede una strategia altrettanto complessa¸ che faccia spazio alle diverse competenze formali e informali ma veda nella scuola una regia pensante e collaborante a partire da un intenso rinnovamento delle sue mappe pedagogiche e didattiche.
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Non fare dei Bes un’occasione di esclusione
Un piano didattico inclusivo per una scuola che affronti i problemi di tutti
Ivana Pagagnotto
Un contributo all’attuale dibattito sulle didattiche inclusive in cui si propongono tre strumenti per connettere la teoria alla prassi e viceversa: un piano di progettazione per l’intero gruppo classe "Piano per un ambiente didattico inclusivo" per andare oltre una proliferazione senza limiti di Piani didattici personalizzati¸ una riflessione "Campo di forze dell’educazione e dell’istruzione" sui presupposti teorici fondanti le pratiche di educazione e istruzione¸ una traccia di lavoro "Dai processi ai percorsi di appprendimento" per passare dalla formalità dei documenti di progettazione alla sostanzialità dell’agire inclusivo in situazione.
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