Animazione sociale
Mensile per gli operatori sociali.
Edizioni Gruppo Abele.
Mensile. Fascicolo singolo: 6,50 €
Dal 1971 Animazione Sociale è la rivista di chi lavora nel sociale. Educatori e assistenti sociali, psicologi e insegnanti, formatori e animatori. Professionisti che a vario titolo lavorano nei servizi, nelle cooperative sociali, nelle associazioni, su problemi sociali ed educativi.
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Sommario n. 271 / 2013 (marzo)
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Non è tempo per rifugiarsi nell’impotenza
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La posta in gioco tra primo e secondo welfare
Il rischio che il secondo welfare si alimenti dell’impoverimento del primo
di Remo Siza
Oggi è pressante l’invito ai cittadini a dare risposta alle inadempienze del servizio pubblico ricorrendo ad assicurazioni integrative. Ciò avviene semplificando le questioni in gioco¸ dalla rinuncia ai propri diritti di cittadino all’ipotesi che attraverso assicurazioni integrative si possa alleggerire il peso dei problemi¸ andando incontro ai cittadini restii a entrare nei servizi pubblici. Si entra invece in un circolo vizioso: mentre si delegittimano i servizi riducendoli a prestazioni di basso profilo per i bisognosi¸ si forza il ceto medio impoverito ad acquistare servizi sul mercato impoverendosi ulteriormente¸ svuotando di fatto il senso stesso del welfare
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Il welfare deve cambiare registro
Va preso sul serio il compito di coltivare e mettere all’opera le competenze dei soggetti
di Alessandro Montebugnoli
Nel lessico del welfare circolano da tempo parole e idee che non sono ancora divenute tendenza nelle politiche e negli interventi¸ forse perchè si fa fatica a comprenderne la portata innovativa. Quando¸ ad esempio¸ si dice che il cittadino non è solo utente¸ le famiglie non sono solo portatrici di bisogni¸ il sapere che cura non è solo quello professionale¸ che cosa si intende? Così come quando si invoca un welfare capace di sviluppare capacità e funzionamento negli individui¸ che cosa implica per le pratiche professionali? La sensazione è che intorno a questi ragionamenti possa nascere la frontiera avanzata delle strategie di welfare
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Parole chiave per lavorare con i giovani/3
Dal simulare partecipazione al giocarsi nell’intraprendere
a cura di Cristiano Conte ... [et al.]
Facilitare la partecipazione¸ soprattutto quando si arresta sul piano della simulazione¸ porta all’inganno¸ alla manipolazione e all’incompetenza inprenditiva in una società complessa con il rischio di consegnarsi alla sudditanza culturale¸ politica¸ economica. Sensibili a tale rischio¸ molti adolescenti domandano invece ai luoghi edducativi un partecipare a esperienze capaci di lasciare un segno nei contesti locali di incidere nella società. Non è in gioco l’irrequetezza adolescenziale che rivendica un effimero successo¸ ma il desiderio di entrare in piccole e significative imprese collettive¸ fino a interiorizzare una competenza imprenditica nel vivere
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Quando il rientro in famiglia è impossibile
Traiettorie educative dallo stare in comunità all’abitare autogestito
di Roberta Ruggeri¸ Anna Poma
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Come l’umorismo può trasformare le situazioni
Titubanze e trasformazioni nell’agire umorismo e creatività in campo sociale ed educativo
di Alberto Panciroli¸ Vincenza Nastasi¸ Stefano Valaguzza
Umorismo e creatività sono due ingredienti capaci di trasformare situazioni d’impasse¸ conflittuali¸ anche di elevata sofferenza. L’umorismo riesce a mettere in risalto provvisorietà o la stupidità nel proseguire con atteggiamenti rigidi e dannosi¸ incoraggia l’assunzione di punti di vista alternativi¸ incrina le certezze più radicate. Con la creatività molte persone¸ alrimenti perse in complessi labirinti psichiatrici ed esistenziali¸ si sono riabilitate o copensate. Usare unorismo e creatività può quindi rivelarsi una potente leva trasformativa per chi opera in situazioni complesse
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Social worker alla ricerca di mandato sociale
Alcuni indizi culturali per un’inedita legittimazione del welfare
a cura di Luigi Gui
Gli operatori sociali sono oggi confrontati da una profonda¸a tratti drammatica¸ evoluzione. Per comprendere ciò che succede è necessario scendere in profondità - oltre approcci economicisti e organizzativi - dentro i sommovimenti cuturali e sociali che mettono in discussione i pilastri stessi del welfare affievolendo la percezione collettiva della sua funzione. Una nuova legittimazione sociale e culturale del welfare può invece maturare sintonizzandosi con le tensioni generatrici che animano l’attuale fase di sviluppo storico. Partecipi di tali intuizioni culturali¸ gli operatori potranno lavorare a nuove fondazioni per un welfare che abbia signigficato per gli uomini e le donne di oggi
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