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Mai più bambini in carcere Torna indietro
L’articolo 31 della Costituzione Italiana afferma che lo Stato si erge a tutore e garante dell’infanzia. La realtà dei bambini che crescono all’interno delle carceri perché figli di madri con pene giudiziarie, per quanto circoscritta nei numeri, non è meno significativa per lo stato di salute della democrazia e dei diritti civili di un paese.

La legge n. 40 dell’8 marzo 2001, la cosiddetta Legge Finocchiaro, individua alcune modalità per consentire a questi bambini di rimanere vicino alla propria mamma: la detenzione domiciliare speciale e la costruzione su tutto il territorio nazionale delle case carcerarie riservate alle madri detenute e ai loro piccoli.

Attualmente in Italia risulta operativa una sola casa detentiva, l’Icam di Milano. Fatta questa eccezione, a 8 anni dall’entrata in vigore della legge, l’unica possibilità concessa alla madre detenuta per crescere il proprio bambino è la permanenza nell’area nido delle carceri. Sebbene questa condizione sia preferibile al completo allontanamento tra madre e bambino, l’infanzia in un carcere si sviluppa in un contesto innaturale, in una dimensione spazio-temporale deprivata e coercitiva. Inoltre, al compimento del terzo anno di età si rende inderogabile l’allontanamento del bambino dal carcere, per essere dato in affido o accolto in un istituto.

Da dodici anni A Roma Insieme con l’ausilio del Comune di Roma preleva ogni sabato i bimbi di Rebibbia e li conduce in spazi all’aperto per vivere momenti di assoluta normalità nel mondo reale. Come questa anche altre associazioni, tra cui Bambini senza sbarre, Il Detenuto Ignoto e Antigone.

Attualmente è in esame il disegno di legge che prova a smussare gli spigoli della legge del 2001, tra cui: l’età fino a cui il figlio deve restare insieme alla madre detenuta oppure la possibilità anche per cittadine senza permesso di soggiorno o senza fissa dimora di usufruire ugualmente della legge tramite le suddette Case Famiglia Protette.
Nessuna impunità, dunque, ma solo rispetto dei diritti umani per chi si trova a scontare colpe non sue nell’età più innocente.

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