Complimenti a Tonino Perna, Presidente del Parco Nazionale dell'Aspromonte, che in solo due anni è riuscito a ridurre drasticamente il fenomeno degli incendi nel vastissimo territorio del suo parco.

Sembra impossibile, soprattutto alla luce dei dati statistici, ma i numeri dell'Aspromonte non lasciano dubbi: in tre anni la superficie interessata dagli incendi si è ridotta del 90%; le spese si sono ridotte a 200mila euro all'anno, a fronte di una spesa regionale e statale che per la sola provincia di Reggio Calabria (territorio pari a tre volte quello del parco) è di quasi 10 milioni di euro.

Ma come ha fatto? Semplice! Prevenzione e controllo dal basso sull'intero territorio (quasi 80mila ettari) attraverso l'impiego massiccio e coordinato dei volontari delle associazioni ambientaliste e di protezione civile, che hanno sottoscritto il "contratto di responsabilità" proposto dall'Ente Parco. In soldoni, ciascuna struttura è tenuta alla vigilanza ed alla manutenzione di un' area definita, e per questo impegno le viene riconosciuto un rimborso delle spese di carburante, un forfait per l'uso dei mezzi ed una diaria di 13 euro per ogni operatore. Se - ed è questa la grande novità - gli incendi superano lo 0,4 della superficie in affidamento... i rimborsi previsti vengono ridotti del 50%.

Con un colpo solo, il vulcanico Presidente ha raggiunto tre risultati: bloccare i tentativi di infiltrazione da parte di malavitosi tra gli stagionali dell'antincendio, interrompere il flusso di finanziamenti a pioggia per l'antincendio ed il rimboschimento, divenuto nel tempo un vero business, stimolare i volontari ad un più profondo rapporto di cura e manutenzione del bosco, la cui assenza è da sempre considerata fattore predisponente la propagazione delle fiamme.

Sembrerebbe una storia a lieto fine... se non fosse per l'incomprensibile decisione presa a luglio dal Ministero dell'Ambiente di tagliare i finanziamenti all'Ente Parco dell'Aspromonte: 250mila euro in meno che rischiano di mettere in ginocchio proprio questo nuovo progetto!
La reazione non si è fatta attendere: una interrogazione parlamentare, articoli sui quotidiani (Repubblica - La Sicilia), testimonianze di stima e di solidarietà da parte di associazioni e studiosi…ed alla fine una promessa del Ministro di rivedere la decisione presa. Speriamo bene!