I racconti del Telefono Rosa

Dal 1991 la pubblicazione Le voci segrete della violenza fa il punto sull’attività svolta dal Telefono Rosa a sostegno delle donne vittime di violenza e abuso. Sono dati e percentuali che raccontano storie di coraggio. Richieste di aiuto che danno il via ad un percorso che, per molte, significa innalzare la soglia soggettiva di tolleranza alla violenza e cominciare a difendere i propri diritti. Un lavoro di intervento giornaliero svolto da altre donne: psicologhe, antropologhe, mediatrici socio-culturali, assistenti al diritto di famiglia, avvocate, tutte volontarie. Ogni anno, quando giungono i dati raccolti dalle volontarie – dichiara la presidente Maria Gabriella Carnieri Moscatelli – ho la speranza di vedere elementi che rivelino una significativa diminuzione della violenza, ma ciò non avviene o avviene in maniera così marginale da rinnovare un senso di delusione e frustrazione.

La Ricerca sulla violenza sommersa contro le donne all’interno delle mura domestiche presentata a Roma, raccoglie e analizza i dati di tredici anni di contatti telefonici e interventi delle volontarie del Telefono Rosa. Il Rapporto conferma che sempre più la violenza si consuma tra le mura domestiche o, comunque, con persone con cui si ha o si è avuto un rapporto quotidiano.

Il principale autore di prevaricazioni di ogni tipo risulta, infatti, essere il marito con un valore in percentuale nettamente superiore ai conviventi o altri (valore medio 71,8%). Il profilo è quello di una persona con un livello culturale medio, un lavoro regolare e generalmente con una età compresa tra i 35 e i 54 anni. Si tratta di impiegati (22,5%), operai (14,2%), liberi professionisti (11,3%), commercianti (7,6%) o pensionati (7,5%).
Anche l’età delle donne che si rivolgono al Telefono Rosa è compresa tra i 35 ed i 54 anni, mentre negli ultimi anni la fascia di età 55-64 registra un trend in crescita: un segnale che sottolinea un cambiamento in corso tra le donne più mature nel modo di concepire se stesse. Mentre negli ultimi anni è cresciuta la percentuale di donne in possesso della licenza media superiore, la maggior parte delle donne che si rivolgono all’associazione sono casalinghe, impiegate o disoccupate. Una categoria, quest’ultima, che segnala la crescita e la criticità dei problemi di natura economica che nelle relazioni sfociano in atteggiamenti violenti.