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Prima Conferenza Europea sulla Popolazione Rom Torna indietro
Dio punisce tutti ma punisce gli zingari più del doppio. Con questo detto Rom, pronunciato dal Sottosegretario di Stato all’Interno Marcella Lucidi, si è aperta la Prima Conferenza Europea sulla Popolazione Rom. Rom, Sinti, Camminanti sono solo alcune delle parole usate per indicare tre grandi gruppi etnici che rappresentano la più numerosa minoranza d’Europa, tra i 7 e i 9 milioni, diversi per storia e tradizioni e accomunata solamente dall’uso della lingua romanì.

Il primo documento che ne attesta la presenza in Europa è del 1322, mentre il primo decreto d’espulsione risale al 1472. I pregiudizi verso le popolazioni Rom, Sinti e Camminanti risalgono invece ai tempi di Gesù, in quanto come Rom vennero identificati i fabbri che forgiarono i chiodi della croce usata per la crocifissione.
Pregiudizi antichi che furono alimentati dalle teorie sulla diversità della razza di Chamberlain e De Gobineau , e che sfociarono nel Porajomos, termine che indica la deportazione dei Rom e Sinti nei campi di sterminio nazista, ancora oggi un genocidio misconosciuto e simbolo della falsa coscienza europea, come definito dal Ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero.

Oggi nel nostro Paese si contano tra le 110 mila e le 130 mila presenze. La popolazione italiana, però sovrastima la presenza dei Rom e Sinti come si evince dalla Ricerca presentata da Renato Mannheimer che sottolinea la scarsa conoscenza e i pregiudizi che accompagnano queste popolazioni. Infatti l’84% degli italiani crede che i Rom siano nomadi, il 92% che sfruttino i minori e siano dediti ai furti e il 73% che siano un popolo omogeneo.

Questa scarsa conoscenza fa si che sia difficile attuare politiche d’inclusione, senza incontrare l’opposizione degli abitanti delle città, che se da un lato non vogliono i campi nomadi, dall’altro non vogliono i Rom e i Sinti come vicini di casa. Per questo i problemi maggiormente sentiti dalle popolazioni Rom e Sinti riguardano la casa, il lavoro e la scuola.

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