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![]() Il 42° Convegno Nazionale del SEAC è stata l’occasione per discutere e confrontarsi sulla condizione del sistema carcerario. SEAC (Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario) infatti, nato nel 1967 con lo scopo di promuovere le attività delle associazioni impegnate nelle carceri, ha legittimato la sua trasformazione in un vero e proprio coordinamento del volontariato, e riferimento per le istituzioni sul tema della giustizia e della carcerazione.
Al centro dei 3 giorni c’è stata la problematica della reclusione come risposta sanzionatoria principale. L’aumento della detenzione risultante dalle ultime modifiche legislative è stato il vero fulcro del dibattito, a partire dall’intervento introduttivo del Presidente SEAC Elisabetta Laganà, incentrato sulla proposta Pisapia che prevede un ampio ventaglio di pene alternative. Proprio su questo argomento si è a lungo dibattuto, trovando tra i vari presenti una larga maggioranza di sostenitori, ma anche qualcuno che non ne caldeggiava l’urgenza come Franco Ionta. Proprio il Capo Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, all’interno del suo intervento, ha sostenuto, piuttosto, che la vera risoluzione del problema carceri, e della loro sovrappopolazione, dovrebbe passare per un ampio piano di costruzioni di nuove strutture. Punto ricalcato anche da Emilio Di Somma, Vice Capo Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. L’intervento di Paolo Canevelli, Presidente Tribunale di Sorveglianza di Perugia, è stato incentrato invece sull’efficacia delle misure alternative, in particolare per risolvere il problema della custodia cautelare, vera miopia della nostra struttura giudiziaria. Delle grandi falle del nostro sistema penale ha parlato Piercamillo Davigo, Consigliere della Corte Suprema di Cassazione. Infine, all’interno del carcere di Regina Coeli, si è discusso di Riforme e realtà della condizione penitenziaria, alla presenza di alcuni detenuti di Regina Coeli che hanno letto, coordinati da Vittorio Trani, Cappellano del carcere, un documento da loro redatto. Ha portato interessanti contenuti anche la Direttrice della rivista Ristretti Orizzonti, Ornella Favero, che ha voluto ricordare come un problema tragicamente attuale come quello delle morti dentro il carcere sia spesso sottovalutato o peggio ancora dimenticato. |
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