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La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea Torna indietro
La Carta dei Diritti Fondamentali é stata solennemente siglata a Nizza nel dicembre del 2000 da tre istituzioni comunitarie: il Parlamento, la Commissione ed il Consiglio Europeo dopo essere stata elaborata da una commissione, appositamente costituita nel dicembre del 1999, composta da rappresentanti dei governi, dei parlamenti nazionali e di quello europeo, dopo un ampio dibattito aperto anche alla società civile.

La Carta riprende in un unico testo, per la prima volta nella storia dell’UE, i diritti civili, politici, economi e sociali dei cittadini europei e di tutte le persone che vivono sul territorio dell’Unione. I diritti raggruppati in sei grandi capitoli si fondano sui diritti e sulle libertà fondamentali riconosciute dalla Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, sulla Carta Sociale Europea del Consiglio d’Europa, sulle costituzioni degli stati membri dell’UE, sulla Carta Comunitaria dei Diritti Sociali Fondamentali dei Lavoratori, nonché su altre convenzioni internazionali alle quali aderiscono l’UE o i suoi stati membri, come ad esempio la Dichiarazione dei Diritti Fondamentali dell’Uomo dell’ONU.

Al momento della sigla del documento nel 2000 non c’era nessuna clausola circa la validità giuridica della Carta. Tuttavia la Commissione, tenuto conto della grande portata politica, ma sopratutto umana, dei contenuti della Carta, ha adottato una sorta di codice di condotta ad uso interno che prevedeva che ogni proposta di atto normativo venisse assoggettato ad un controllo a priori di compatibilità con la Carta, prima di essere approvata.
A sette anni di distanza dalla sua sigla finalmente la Carta dei Diritti fondamentali e’ stata resa giuridicamente vincolante in quanto inclusa nel Trattato di Lisbona firmato il 13 dicembre di quest’anno.

Aspetti innovativi della Carta dei Diritti Fondamentali:
La Carta rispecchia i valori condivisi nell’UE fissando gli obblighi che le istituzioni europee e gli stati nazionali si impegnano a rispettare nei confronti dei loro cittadini, di conseguenza i diritti proclamati dalla Carta costituiscono i principi di azione delle istituzioni pubbliche, oltre che il limite all’esercizio dei loro poteri.
Un altro aspetto importante è che i diritti proclamati sono universali (non sono legati solo alla cittadinanza europea, ma valgono anche per tutte le persone presenti nel territorio dell’Unione) ed indivisibili (la tutela dei diritti civili e politici necessita la contestuale garanzia dei diritti sociali -per la prima volta inclusi- ed economici come è esplicitato nel Cap. 6 dedicato al Principio di Solidarietà).

Nel secondo capoverso del Preambolo, infatti, è specificato che “Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l’Unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà (…).
Sono stati inclusi i diritti moderni, ossia quelli derivanti dai cambiamenti sociali e dagli sviluppi tecnologici di questi ultimi decenni. Nel preambolo, infatti , al IV capoverso è specificato che (…) è necessario, rendendoli più visibili in una Carta, rafforzare la tutela dei diritti fondamentali alla luce dell’evoluzione della società, del progresso sociale e degli sviluppi scientifici e tecnologici. Un esempio concreto è l’articolo 3 cap. 1 che riguarda il Diritto all’integrità della persona.

Un altro aspetto innovativo importante del documento è quello che riguarda il Diritto di non discriminazione contenuto nell’ art. 21 Cap. 3 che comprende un’ampia sfera di intervento circa le diverse possibilità e modalità con le quali può essere esercitata la discriminazione.

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