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Tra bassa fecondità e immigrazione
Il contesto demografico delle politiche sociali in Italia
a cura di Corrado Bonifazi¸ Stefano degli Uberti¸ Andrea Pellicia¸ Salvatore strozza
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L’impatto delle politiche familiari sulla bassa fecondità europea
Corrado Bonifazi e Angela Paparusso
Come conseguenza di una fecondità stabilmente al di sotto del livello di sostituzione (2¸1 figli per donna)¸ gli interventi in tema di politiche familiari a¸ allo scopo di aumentare il numero delle nascite¸ sono molto cresciuti in Europa negli ultimi anni. Nel 2001 solo un terzo dei paesi europei dichiarava di avere politiche in questa direzione¸ nel 2009 erano diventati la metà e nel 2016¸ secondo l’ultima rilevazione delle Nazioni Unite¸ la percentuale è arrivata al 66%. Il presente contributo intende fornire una panoramica degli studi disponibili sulla valutazione degli effetti delle politiche familiari sulla fecondità in Europa¸ vengono illustrati gli studi disponibili sulla materia¸ i quali prendono in esame sia i trasferimenti in denaro sia le politiche legate al laoro (ad esempio¸ i congedi parentali e l’assistenza all’infanzia). In entrambi i casi¸ gli studi esaminati sono classificati in base all’utilizzo di dati macro (a livello aggregato) o micro (a livello individuale).
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Le dimensioni socio-culturali della bassa fecondità
Tra continuità e cambiamento
Stefano degli Uberti¸ Andrea Pelliccia
Partendo dal concetto di progettualitภil contributo intende esplorare le dimensioni socio-culturali sottese alla bassa fecondità in Italia attraverso la lente interpretativa di due modelli culturali: la cultura della scelta e la cultura della responsabilità. In particolare¸ all’interno di questa prospettiva¸ la scelta riproduttiva e la progettualità del diventare genitori sono discussi focalizzando l’attenzione sulla rappresentazione sociale della maternità e il rapporto tra genitorialità e sfera extradomestica.
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I nuovi volti della famiglia italiana
Dinamiche recenti e aspetti evolutivi
Massimiliano Crisci¸ Alessio Buonomo¸ Maria Girolama Caruso
In un quadro sociale ed economico caratterizzato da crescente complessità e problematicità negli ultimi anni in Italia sono emerse e si sono sviluppate molteplici nuove forme di famiglia e di unione. Una pluralità che deriva anche da cambiamenti nei sistemi culturali e valoriali¸ presenti nella teoria della seconda transizione demografica¸ come nel caso delle famiglie ricostituite (step-families)¸ delle libere unioni¸ delle cosiddette famiglie arcobaleno e delle relazioni Lat (Living Apart Together). Senza dimenticare la molteplicità dei modelli familiari legata al consolidarsi del fenomeno migratorio e alla diffusone delle famiglie di origine straniera o con almeno un componente straniero. Nel contributo le fonti statistiche e la letteratura sociologica e demografica sono utilizzate per costruire un quadro aggiornato della struttura odierna della nuove famiglie in Italia e degli aspetti evolutivi più rilevanti¸ mettendo in luce come il processo di flessibilizzazione delle unioni stia dando vita a forme di relazione di coppia quasi on demand¸ sempre più personalizzate e adattabili rispetto alle mutevoli esigenze individuali e reciproche dei partner.
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Pochi figli¸ troppi immigrati?
La demografia italiana nel contesto europeo
Corrado Bonifazi¸ Maria Girolama Caruso¸ Giuseppe Gesano
Bassa natalitภbassa fecondità e immigrazione dall’estero hanno caratterizzato gli ultimi trent’anni della demografia in Italia e nelle sue regioni¸ creando contrasti e tendenze inattese. L’evoluzione della nostra popolazione si inserisce nella crisi demografica dei paesi europei¸ ma l’Italia non vi ha ancora reagito in modo adeguato. Al di là di meccanismi demografici determinanti¸ le modalità di quelle evoluzioni e le caratteristiche della situazione attuale possono gettare luce sulle motivazioni socioeconomiche e politiche¸ evidenziare le carenze degli interventi e indicare le strade percorribili per correggere gli andamenti futuri.
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Bisogni sociali e integrazione delle famiglie di origine immigrata
Mattia Vitiello
Per gli immigrati la formazione di una famiglia rappresenta l’avvio di un nuovo corso dei processi di integrazione in cui accanto all’immigrato essa emerge come un nuovo soggetto di cui bisogna considerare il ciclo di vita come autonomo e distinto rispetto a quello individuale dei suoi componenti. Le famiglie di origine immigrata durante la loro evoluzione vanno incontro a eventi che originano distinte condizioni di vita e bisogni sociali specifici rispetto alle famiglie native. Questo articolo propone un’analisi sociologica delle condizioni che favoriscono la nascita e il consolidamento di bisogni sociali propri delle famiglie di origine immigrata e dell’identificazione di questi bisogni.
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Il carcere come questione sociale e le sue politiche
Stefano Anastasìa
L’articolo illustra le più recenti tendenze del sistema penitenziario italiano individuandone la spiegazione nel mutamento della percezione di sicurezza personale e nella conseguente domanda sociale di controllo e sanzione penale prodotto dall’ideologia neoliberale e dall’adesione a una prospettiva della società dei due terzi. Le criticità presenti del sistema penitenziario italiano potranno essere affrontate¸ quindi¸ solo nella riscoperta del paradigma dell’inclusione sociale universalista affermato dalla Costituzione repubblicana
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Il welfare territoriale penitenziario e l’egemonia custodiale dello Stato
Patrizio Gonnella
Regioni e comuni hanno già ampie competenze nel welfare penitenziario. Dovrebbero esercitarle nella consapevolezza che andrebbe rotta un’egemonia carceraria statale di tipo custodiale¸ mettendo così al riparo da tentazioni pre-moderne l’articlo 27 della Costituzione. Molteplici sono le funzioni che gli enti territoriali giaà svolgono in materia di salute¸ lavoro¸ integrazione sociale. Andrebbero gestite strategicamente e non in modo ancillare rispetto al management della sicurezza.
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Come favorire un migliore inizio?
Considerazioni su diseguaglianze e sostegno all’infanzia in Italia
Emmanuele Pavolini
Il saggio sviluppa un’analisi a partire dal volume di Save the Children (2019)¸ Il Miglior inizio. Diseguaglianze e opportunità nei primi anni di vita¸ sullo stato delle politiche per l’infanzia in Italia. In particolare¸ ecco mette in luce come¸ a fronte di un panorama attuale non particolarmente incoraggiante sotto il profilo dell’intervento pubblico in questo campo¸ vi possano essere ragioni per ipotizzare che una finestra di opportunità per un maggior investimento pubblico a sostegno dell’infanzia e della genitorialità si sia aperta in Italia. Occorrono¸ pertanto¸ una maggiore attivazione e collaborazione con corpi intermedi¸ società civile e mondo della ricerca per sostenere un percorso di riforme in questo campo
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Come le diseguaglianze nascono¸ crescono e possono essere contrastate
Giorgio Tamburlini
A partire dai risultati di un indagine promossa da Save the Children (2019)¸ finalizzata a valutare nelle sue varie dimensioni lo sviluppo di bambini di età compresa tra 42 e 54 mesi¸ vengono discusse le cause e i meccanismi dell’insorgere precoce di diseguaglianze. Sulla base delle evidenze riguardanti le politiche e gli interventi efficaci¸ vengono poi fornite indicazioni per un adeguato contrasto. Si sottolinea come sia necessaria una combinazione di misure tese a combattere povertภesclusione sociale e bassa scolarità e di investimenti per promuovere lo sviluppo precoce e sostenere le famiglie nelle loro competenze genitoriali
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Cosa Conta? Basi informative¸ numeri e politiche nel caso di Garanzia giovani
Carlotta Mozzana
Ne politiche di welfare l’uso di dati¸ indicatori e in generale numeri è molto cresciuto negli ultimi anni. L’articolo esplora le implicazioni e gli effetti di questo fenomeno¸ mettendo sotto osservazione il caso del sistema di profilazione statistica usato per regolare l’accesso a Garanzia giovani. Attraverso l’analisi della sua definizione e implementazione si mette in luce come¸ a fronte di grandi promesse di chiarezza e personalizzazione¸ il sistema di profilazione sia nei fatti uno strumento ambiguo e opaco i cui effetti vanno nella direzione opposta a quanto enunciato: spinge verso la standardizzazione dei percorsi ma soprattutto trasforma decisioni politiche in questioni tecniche¸ col risultato di contribuire al processo di depoliticizzazione dell’azione pubblica¸ rendendo poco visibile il processo di scrematura dei Neet più svantaggiati e di riproduzione delle diseguaglianze esistenti