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Cosa ci racconta la Provincia di Roma

Rapporto Eu.r.e.s. Coesione, inclusione e partecipazione sociale nella Provincia di Roma   02/12/2005


Nel Palazzo Valentini a Roma si è tenuto il convegno di presentazione del Rapporto Eu.r.e.s. La provincia si racconta: coesione, inclusione e partecipazione sociale nella provincia di Roma.
Sono stati raccolti elementi positivi e negativi, ovvero il bonus e il malus della nostra provincia, che comprende un’aria di comuni di medie e piccole dimensioni, nonché la metropoli di Roma.
Il bonus descrive una provincia solidale soprattutto nei confronti di disabili e ragazze madri, ma anche di malati mentali, immigrati, persone sieropositive e senza fissa dimora. Positivi anche i dati riguardanti la solidarietà e la partecipazione: il 73% degli intervistati afferma di aver partecipato nell’ultimo anno a feste, sagre e manifestazioni tradizionali, civili e religiose, il 62% ha prestato aiuto a una persona in difficoltà, il 27% ha svolto attività di volontariato, il 23,1% ha donato il sangue. Rispetto all’anno scorso si è riscontrata maggiore attenzione alle dinamiche della vita sociale: il 43% ha partecipato ad un comizio, il 35% ha partecipato a raccolta firme, il 29,8% ad un dibattito politico. Per quanto riguarda il sociale sono promossi il volontariato, la scuola pubblica e la Chiesa, mentre la famiglia e gli amici rispondono della soddisfazione dei bisogni materiali. Il futuro è visto positivamente negli adulti, mentre il 48,6% dei giovani ritiene che il proprio livello di benessere sarà inferiore a quello della generazione precedente.
Il reddito è più alto rispetto alla media nazionale, ma il dato si abbassa significativamente nei piccoli comuni. L’occupazione cresce del doppio rispetto alla media italiana, ma cresce anche il lavoro precario, inteso sia come numero di ore che come condizioni lavorative.
Il malus vede un peggioramento del livello del benessere per 4 famiglie su 10 negli ultimi 5 anni, solo l’8,2% rivela un miglioramento.
Il 71,1% ha un lavoro a tempo fisso, a fronte di una media nazionale del 73,9%. Probabilmente il pessimismo dei giovani va letto seguendo questo dato, insieme a quello del calo dei consumi e alla difficile condizione abitativa.

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