Il volontariato fa la società più equa e unita

Luciano Violante, Per un nuovo volontariato quale modello di cittadinanza Fivol 2004   02/10/2004

Oggi uno dei grandi problemi della politica è il suo essere vista come una forza invasiva, ciò che ha determinato una profonda crisi della coesione sociale e il rischio conseguente di ridurre la società da un fondamentale pluralismo ad un dualismo del dentro o fuori, con noi o contro di noi, accentuato anche da un abuso di potere che, anziché essere limitato dal diritto, lo limita a sua volta. Tale crisi è dovuta a mio parere ad un isterilimento della funzione pedagogica – non si cerca un bene superiore, ma la soluzione più popolare, meno sgradita – e alla crescita della violenza nei rapporti sia pubblici che privati (basti pensare a come le persone oggi siano sempre più spesso ridotte a corpi).
Ecco allora che, per rimediare a questa crisi, il volontariato e la gratuità che gli è sottesa diventano essenziali per il senso di responsabilità che comportano: ad esempio, allargando il nostro punto di vista, è facile vedere come l’Unione Europea, dove abbiamo uno dei più alti livelli di giustizia sociale, si trova immersa in un mondo fondato su colossali realtà di iniquità sociale, le stesse dove più facilmente alligna il terrorismo. Dal livello di gratuità, da ciò che si è disposti a vendere e a comprare, si giudica il livello di evoluzione di una società e se oggi è la rete il modello dominante allora dobbiamo far sì che in essa venga immessa il più possibile professionalità gratuita e permettere al volontariato di suggerire e ricordare alla politica come e dove intervenire.

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