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Piano per l’integrazione nella sicurezza Identità e incontro

Comunicazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali   29/10/2010


Approvato dal Consiglio dei Ministri del 10 giugno 2010 il Piano per l’integrazione nella sicurezza Identità e incontro‚ che insieme all’Accordo di integrazione tra lo straniero e lo Stato‚ a cui si accompagna‚ individua le principali linee di azione e gli strumenti da adottare al fine di promuovere un efficace percorso di integrazione delle persone immigrate‚ in grado di coniugare accoglienza e sicurezza.
Il Piano‚ promosso dai Ministeri del lavoro e delle politiche sociali‚ dell’interno e dell’istruzione‚ si basa su cinque principi basilari di integrazione:
• Educazione e apprendimento – La scuola come primario luogo di intervento‚ con tetti di alunni stranieri nelle classi per favorire l’integrazione attraverso la formazione linguistica e la conoscenza della Costituzione tramite l’educazione civica.
• Lavoro – Con particolare attenzione ad una programmazione dei flussi misurata con le effettive capacità di assorbimento della forza lavoro. Un percorso‚ questo‚ che deve iniziare già nei paesi di origine.
• Alloggio e governo del territorio – Un tema cruciale per la creazione di un patto sociale nel rispetto delle regole di convivenza civile‚ al fine di evitare il binomio immigrazione-criminalità‚ spesso dovuto alla nascita di enclavi monoetniche.
• Accesso ai servizi essenziali – Favorire il rapporto con la burocrazia e con l’accesso ai servizi sanitari e socio-assistenziali è essenziale. Un percorso che può essere facilitato‚ fra l’altro‚ da un’opportuna formazione specifica di operatori e mediatori.
• Minori e seconde generazioni – Priorità all’integrazione dei minori stranieri presenti sul territorio e loro tutela piena ed incondizionata.
Nella parte intitolata Asse IV – Accesso ai Servizi Essenziali vi è un esplicito riferimento alle realtà associative operanti nel settore. Si richiede‚ si legge nel Piano‚ una conoscenza approfondita del fenomeno migratorio a livello locale‚ un ripensamento sull’organizzazione interna dei servizi e una effettiva apertura all’esterno dei servizi stessi verso altri enti e forme di volontariato e di privato sociale presenti nei singoli territori in termini di collaborazione. Inoltre il lavoro all’interno dei servizi sanitari e assistenziali deve infatti caratterizzarsi per la multidisciplinarietà e per l’essere in rete: molteplici figure professionali sono chiamate a raccordarsi tra di loro e con l’attività di enti esterni‚ associazioni di volontariato di italiani e di immigrati e cooperative sociali per condividere competenze‚ risorse e buone pratiche.

Per saperne di più:
Comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

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