La parola a genitori, insegnanti e mediatori culturali

Le loro esperienze in relazione al Forum interculturale della Caritas   11/11/2006

Accogliere nel confronto per crescere. Questo il filo che ha cucito insieme le molteplici testimonianze del Forum per l’intercultura: 15 anni di incontri.
L’intercultura è ora più che mai una necessità, soprattutto in ambienti deputati all’educazione e all’apprendimento come quello scolastico. Lidia Capaceti, insegnante, ha visto che differenze e pregiudizi ci sono non solo fra italiani e stranieri, ma anche fra ragazzi provenienti da zone diverse della stessa città.
Sempre più sfaccettature, dunque, in un ambiente in cui vanno ad operare i mediatori culturali, che lavorano per sensibilizzare e fornire coordinate in relazione all’altro e al diverso. Come sottolinea uno di loro, Carlo Palanti, la diversità non viene presentata come qualcosa di negativo, ma come un’importante occasione per crescere e maturare.
E ad essere coinvolti non sono solo i ragazzi. Un passo importante spetta ai genitori. Sonia Bozzi racconta l’esperienza di quando sua figlia ha iniziato a frequentare una scuola in cui l’80% degli alunni sono stranieri. La bambina, dice, ha acquisito una naturale apertura verso le altre culture. Ora la scuola non è più un ambiente dove lasciarla per poi scappare a fare qualcos’altro, ma è un momento in cui, proprio grazie a questa forte capacità di accogliere, ci si ferma e si sta a proprio agio con gli altri. Dopo un po’, ammette Sonia, le è venuta voglia di comprare un atlante geografico più grande.

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