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Più diritti e riconoscimenti per le donne immigrate

Questo e tanto altro al convegno sull’integrazione delle donne   28/01/2004


Ho studiato a Kemerovo (Siberia Ovest) e mi sono laureata in medicina. Per undici anni ho lavorato come ginecologa-ostetrica nell’ospedale della mia città, facevo il più bel mestiere del mondo, quello di far nascere i bambini, ora faccio da tre anni la governante a Brescia. Queste le parole iniziali Yevheniya Baranova, Presidente dell’Associazione Nadiya di Brescia, che è intervenuta alla Tavola Rotonda Fuori dall’ombra, alla Sala San Luigi di Liegro della Provincia di Roma. Il racconto ha suscitato silenzi e commozione tra i presenti nella sala; momenti di riflessione, soprattutto quando la donna ha letto della condizione delle donne Ucraine in Italia: tra i 120.000 ucraini regolarizzati in Italia il 90% sono donne; la stragrande maggioranza, sono diplomate o laureate, medici, ingegneri, avvocati, insegnanti, economiste. Ma fanno le badanti. Il non riconoscimento del titolo di studio non riguarda però, solo le donne ucraine, secondo Anila Husha Vice Presidente Occhio Blu Associazione Italo-Albanese, infatti il primo problema è la dequalificazione, io con una laurea in economia e commercio e una in lingue straniere mi aspettavo di ottenere un lavoro adatto alle mie conoscenze. Lo stesso problema c’è anche per chi vive in Italia da più di trenta anni, come Ines Zlatohlavkovà dell’Associazione Bohemia di Napoli: il grado di istruzione delle donne ceche è sicuramente medio alto, ma non esiste ancora il riconoscimento bilaterale, quindi la difficoltà di inserimento nel lavoro, fa si che moltissime donne pur non avendo alcun problema con la società di accoglienza si sentano frustrate per le scarse possibilità di intervento nei vari settori occupazionali di loro competenza. D’altra parte, come ha voluto sottolineare Luci Zuvela, Presidente dell’Associazione LIPA, concludendo la Tavola Rotonda una giornata come questa è servita proprio a creare una piattaforma tra le varie realtà dell’Associazionismo delle donne immigrate in Italia, un tavolo di discussione comune che ha già un primo obiettivo: lanciare un appello alle istituzioni per il riconoscimento del titolo di studio.

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