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Donne immigrate dall’est: fuori dall’ombra

Riflessioni e proposte per avviare non solo un’integrazione, ma anche una cittadinanza attiva   28/01/2004


Ci sono stati tanti colori, tante proposte e anche diversi momenti di autentica commozione alla Tavola Rotonda intitolata Fuori dall’ombra, promossa con l’intento di dare uno sguardo sui percorsi d’integrazione delle donne dell’Est. Dalla giornata, organizzata dall’Associazione LIPA in collaborazione con SPES, Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio e con la Facoltà di Sociologia dell’Università La Sapienza, sotto il patrocinio della Provincia di Roma, è, prima di tutto, emerso, come ha affermato all’apertura Ksenija Fonovic, il lavoro sull’immigrazione va portato avanti seguendo le politiche dell’integrazione, avviando un percorso comune con le istituzioni. Franca E. Coen, ha infatti, di seguito sottolineato che è opportuno, importante e necessario da parte del Comune creare i presupposti affinché ognuno possa vivere liberamente le proprie tradizioni e dar voce alla propria autonomia. La prima ambizione è, sicuramente, quella di investire sulla formazione di persone attente alla diversità e alla peculiarità delle origini, persone che non guardano solo gli immigrati come forza-lavoro, ma come un valore aggiunto che non va sprecato. Questo è l’obiettivo del Master Immigrati e Rifugiati, organizzato dalla Prof.ssa Maria I. Macioti la quale ha sostenuto che ci sono persone molto qualificate nel loro paese che qui vengono utilizzate poco e male. Inoltre come ha sottolineato Melita Richter dell’Associazione LIPA, il fatto di essere sempre fra due mondi impedisce all’immigrato di esporsi negli spazi pubblici, di inserirsi nel mondo delle istituzioni. D’altra parte in Italia esistono anche enti come il CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle Piccola e Media Impresa, che offrono diversi servizi per gli stranieri che vogliono fare impresa perché come afferma Cristina Bandinelli, Vice Presidente Nazionale del CNA, uno dei mezzi per riscattarsi, per ottenere l’autonomia e per ottenere la parità, è sicuramente il lavoro.

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