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Srebrenica, i giorni della vergogna

Reportage di un genocidio a 10 anni di distanza   21/03/2005


E’ stato presentato a Rieti, nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Ari onlus - Associazione Rieti Immigrant, per la Settimana di Azione Europea contro il Razzismo, il libro di Luca Leone Srebrenica, i giorni della vergogna. Con la veste del reportage e la ricchezza delle testimonianze dei sopravvissuti, l’autore racconta gli episodi salienti della presa di Srebrenica, all’apice del conflitto che dal 1992 al 1995 ha avuto come teatro l’ex Jugoslavia. La cittadina bosniaca, enclave sotto il controllo delle Nazioni Unite, lontano dai riflettori dei media puntati su Sarajevo, visse giorni di terrore quando l’11 luglio 1995 vi fecero ingresso le forze serbo-bosniache sotto il comando del generale Ratko Mladic.
In poco più di una settimana furono deportati ed uccisi almeno 7.500 uomini considerati in età militare, secondo le stime della Croce Rossa Internazionale, 10.701 secondo i familiari delle vittime. L’efferatezza degli occupanti giunse sino all’oltraggio della dignità degli uccisi, sepolti in fosse comuni, i documenti bruciati per evitarne il riconoscimento. Ancora oggi migliaia di vittime, dopo l’allucinante scoperta delle fosse, restano senza un nome, i resti conservati in enormi celle frigorifere, nella vana attesa di una sepoltura.
Il 19 aprile 2004 il Tribunale Internazionale dell’Aja per l’ex Jugoslavia ha definito genocidio la barbarie di Srebrenica, che però a 10 anni di distanza, sottolinea l’autore, lascia impuniti i responsabili e ignorata la grave omissione di chi, come le Nazioni Unite, la Nato, i contingenti stranieri presenti sul territorio, non fecero nulla per difendere gli inermi abitanti di Srebrenica.

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