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Sensibilizzazione contro le Mutilazioni Genitali Femminili

La situazione a quasi tre anni dall·inizio della campagna   16/09/2009


In Italia sono circa 90mila le donne immigrate che hanno subito le pratiche della mutilazione genitale femminile (MGF), diffuse in 28 paesi africani, in Medio Oriente e nel sud est asiatico. Il rischio che le figlie di queste donne, bambine e adolescenti, subiscano tali pratiche è molto elevato.
Questi risultati sono stati presentati dal presidente dell’Associazione NoDi Pilar Saravia, a conclusione del progetto STOP MGF, finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Le vittime di queste pratiche sono soprattutto bambine tra i 4 e i 15 anni che, una volta adulte, subiranno gravi conseguenze psicologiche e sofferenze fisiche provocate da malattie, rapporti sessuali dolorosi, infertilità, infezioni e parti pericolosi.
L’Associazione NoDi, ha affrontato il difficile tema delle mutilazioni genitali femminili attraverso una campagna di sensibilizzazione e di prevenzione tra la popolazione migrante, proveniente dai paesi a rischio e insediata nella Regione Lazio.
Il progetto STOP MGF, che ha preso il via nel febbraio 2007, si è sviluppato attraverso tre fasi:
-formazione degli operatori socio sanitari, curata dal San Camillo – Forlanini,
-ricerca del fenomeno, realizzata dall’IRPPS-CNR,
-sensibilizzazione/prevenzione delle comunità interessate, seguita da NoDi.
In venti mesi l’associazione NoDi ha mappato i luoghi d’incontro e dei servizi utilizzati dalle comunità a rischio sul territorio laziale, ha incontrato i mediatori culturali, ha prodotto e distribuito materiale cartaceo sul tema, organizzando incontri di sensibilizzazione e informazione (tramite anche la realizzazione del sito www.stop-mgf.org) nelle cinque province laziali per un totale di 800 donne.
Se la prima reazione delle donne coinvolte è la diffidenza, la parola chiave per rompere il silenzio è salute, diritto garantito dalle leggi nazionali dei paesi a rischio, che tendono a contrastare tali pratiche pur trovando grandi difficoltà nella loro applicazione, soprattutto nel contesto rurale.
In Italia le MGF sono un reato punibile con il carcere (Legge 9 gennaio 2006 n. 7): l’obiettivo è quello di scoraggiare l’uso di queste pratiche nella società italiana.
Per informazioni ulteriori: maipiumgf@gmail.com
Visualizza il sito della campagna:

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