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Il problema della sicurezza in mare

Sintesi della conferenza del Com.te Cosmo Picca‚ presidente di Insieme per il mare‚ al 52° Salone Nautico Internazionale di Genova   11/10/2012


Ai giorni nostri‚ la sicurezza in mare ha due connotazioni specifiche. La prima‚ propriamente interna‚ relativa allo stato d’efficienza generale della nave. La seconda‚ essenzialmente esterna‚ riferita alla situazione ambientale della zona in cui si naviga‚ resa più o meno precaria da conflitti ed attentati di pirateria. La distinzione assume un certo rilievo per meglio comprendere le origini di particolari eventi dannosi. Più pericolosa talvolta per avverse condizioni meteo (forza del mare e nebbia)‚ la minaccia alla sicurezza interna‚ di cui ci occupiamo‚ può concretizzarsi in uno dei quattro importanti sinistri marittimi‚ che sono: l’urto‚ l’incendio‚ l’incaglio ed il naufragio.
Malgrado il progresso tecnico scientifico applicato alle navi ed alle sue strumentazioni‚ il numero e la frequenza dei predetti sinistri non accennano a diminuire nel medio e lungo periodo. Per quali ragioni? Sicuramente per eccessive colpe dovute ad imperizia‚ imprudenza e negligenza. In altre parole‚ spesso fallisce la prevenzione‚ normalmente basata sulla capacità ed efficienza psico-fisica dell’equipaggio‚ sul rispetto delle regole di governo e manovra stabilite dal nostro codice della navigazione e da norme di dritto internazionale. Ai fini della prevenzione di sinistri nel corso della navigazione‚ determinanti risultano il valore e l’impegno del comandante. La portata e l’importanza delle sue funzioni‚ di uomo e di marinaio‚ richiedono una scorta immancabile‚ nel corredo professionale‚ di cognizioni ed esperienze che sono proprie dell’arte della navigazione e della conoscenza del mare. Ma anche quando non mancano gli adeguati requisiti professionali‚ emerge‚ talvolta‚ una crudele realtà: quasi tutti i sinistri marittimi avvengono per errore umano‚ riconducibile alla fragile essenza dell’uomo‚ alla sua vulnerabile struttura psichica‚ ai suoi difetti personali. Fragilità di carattere e debole forza psichica‚ che vengono alla luce specie in situazioni precarie d’emergenza‚ dove coraggio ed ordine mentale si annullano per stadi aggressivi di confusione e paura. Sorprende non poco e sconcerta a volte il fatto che uomini‚ ritenuti in gamba e posti al comando di navi‚ possano perdere il lume della ragione ed avere poi esitazioni e titubanze‚ soccombendo al grave peso dei propri limiti. Questi hanno una rilevanza inconfutabile nelle avventate decisioni‚ derivanti spesso da autoesaltazione‚ arrivismo di carriera‚ egoismo e superbia. Vizi assai comuni‚ che conducono inesorabilmente alla perdita di una straordinaria dote: l’umiltà. Venendo a mancare questa virtù‚ possente e silenziosa‚ non si riesce a comprendere sino in fondo la necessità del rispetto degli altri‚ specie quando si affidano alla sicurezza ed onestà delle nostre scelte. E pensare che proprio nell’umiltà‚ vissuta serenamente‚ si racchiude il senso profondo delle vere relazioni umane‚ tutte protese alla ricerca della miglior vita.
La sicurezza in mare rimane perciò un problema umano‚ la cui soluzione‚ almeno in parte‚ si basa su una politica di settore mirata al raggiungimento di tre traguardi: migliorare la professionalità degli equipaggi attraverso un maggiore livello d’addestramento; istituire su tutte le navi un valido servizio di sicurezza‚ da controllare periodicamente con severe ispezioni; sensibilizzare comandanti ed ufficiali di bordo in attività sulla storia dei sinistri marittimi passati in giudicato‚ in modo da evidenziarne le cause per adeguati provvedimenti in materia di prevenzione.
Per l’avvenire‚ l’auspicio più accorato della gente di mare è la riduzione del tragico bilancio degli stessi sinistri al fine di un più regolare ed ordinato svolgimento della navigazione.

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