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EuropaTrova in questo notiziarioCerca la notizia a partire da una parola chiave contenuta nel titolo o nel sottotitolo oppure in base al periodo di pubblicazione. Anche la discriminazione nella Costituzione EuropeaNella fase preparatoria della Costituzione si pensa alle discriminazioni umane 27/09/2003La Conferenza intergovernativa europea (CIG), responsabile dell’adozione della futura Costituzione, si riunirà a partire dl 15 Ottobre nell’ambito della Presidenza italiana dell’Unione. Alla CIG non è stato dato alcun mandato chiaro. E’ probabile, dunque, che tutte le differenti sezioni saranno aperte al dibattito poiché il testo della Convenzione è stato considerato come una buona base di lavoro. Dal punto di vista delle persone disabili, nella prima parte del progetto di Costituzione, che definisce i valori e gli obiettivi dell’Unione europea, vanno accolte favorevolmente le seguenti decisioni: - L’uguaglianza è stata inserita tra i valori fondamentali dell’Unione europea (art.2). Questo articolo è legato all’adesione all’Unione e alle decisioni sulle possibili esclusioni. - La lotta contro le discriminazioni fa parte degli obiettivi dell’Unione europea (art. 3) che devono essere messi in primo piano in tutte le politiche e in tutte le azioni. La Convenzione ha deciso di inserire il testo integrale della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione nella seconda parte della futura Costituzione. La Carta comprende due articoli principali: - sul divieto di discriminazione in ragione di una disabilità (articolo II-21) - sull’identificazione di azioni positive per assicurare le pari opportunità delle persone disabili (articolo II-26) La parte terza del Trattato, che deve essere ancora completata, dovrà tenere conto delle discriminazioni in ragione di una disabilità nella definizione e nella esecuzione di tutte le politiche dell’Unione e di tutta la legislazione (art. III-1°). Rimane ancora irrisolta la questione dell’unanimità richiesta per l’adozione della legislazione relativa alla lotta contro le discriminazioni in ragione di una disabilità (art. III-5), per la quale, al contrario, in molti vorrebbero il passaggio alla maggioranza qualificata.
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