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Una ricerca per i diniegati

I risultati di Presenze trasparenti presentati a Roma   23/11/2007


Non per scopi intellettuali, ma per cercare di capire quali sono le condizioni di vita e quali sono le possibilità di intervento, ecco la motivazione che ha spinto una folta rete di organizzazioni a promuovere la ricerca Presenze trasparenti, presentata a Roma.
L’oggetto dello studio è l’attuale situazione dei diniegati, ovvero di quei soggetti che, nonostante non gli sia stato riconosciuto lo stato di rifugiati, temono per la propria incolumità nel paese di origine, e quindi si ritrovano in una situazione di estrema precarietà. Secondo le stime, che – come sottolinea Marco Accoranti, Ricercatore IRPPS - CNR – non hanno la pretesa di essere rappresentative essendosi basate esclusivamente sui casi arrivati alle associazioni che hanno preso parte alla ricerca, solo l’8,7% delle domande porta ad esito positivo, a fronte di un 39% che, invece, non ottiene neanche la protezione umanitaria.
Un dato significativo è che solo 4 casi dei 33 esaminati sono stati ascoltati nella lingua madre durante l’audizione con la commissione territoriale incaricata di esaminarne e giudicarne lo stato, e solo due sono stati assistiti da un avvocato. Sconcertante, invece, è che in ben 11 casi la commissione sia stata composta da un solo membro, contrariamente alla norma che ne indica un minimo di quattro.
Ma è chiaro, dice Lê Quyên Ngô, Responsabile Area Immigrati della Caritas Diocesana di Roma, che le condizioni dell’audizione dipendono anche dal fatto che le commissioni si trovano a gestire situazioni di vera e propria compressione fisica, a causa dell’elevato numero di domande d’asilo che pervengono alla loro attenzione, circa 10.000 all’anno. L’esortazione, in questo caso, è verso un’attenzione e una vigilanza a monte, proprio in fase di audizione.
Inoltre, sottolinea Raffaela Milano, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, è necessario un orientamento alla legislazione rivolto ai richiedenti asilo per arrivare all’incontro preparati e capaci di poter usufruire dei propri diritti. Ma, dall’altra parte, è necessaria una legge sui richiedenti asilo, per non far diventare la richiesta d’asilo un escamotage per sorpassare una legge sull’immigrazione che va modificata.

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