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Oltre il silenzio

Donne in prigione: una proposta concreta per aiutarle   30/01/2006


Un seminario per parlare di donne detenute e del loro mondo, una serie di dati e proposte di legge per conoscerlo e fare il possibile per migliorarlo. Questo il risultato di Anche le donne stanno in carcere, promosso dall’associazione Antigone Onlus.
Quali sono le caratteristiche più evidenti che connotano la popolazione carceraria femminile? Innanzitutto, il basso numero di reati commessi dalle donne e la loro irrilevante presenza in carcere, dato che si è mantenuto costante nel tempo. Infatti a tutt’oggi le donne costituiscono il 4,6% della popolazione reclusa. Interessante notare che le straniere rappresentano ben il 43% del totale delle detenute e si prevede che la loro presenza andrà incrementandosi col passare del tempo, fenomeno dovuto al coinvolgimento femminile nelle grandi migrazioni e nell’avanzata globalizzazione.
I reati commessi con più frequenza sono furto (spesso dovuto a condizioni di tossicodipendenza), piccolo spaccio, sfruttamento della prostituzione.
La scarsa presenza ha portato le istituzioni a sottostimare il problema, non attuando seri programmi di decarcerazione per diminuire il sovraffollamento di alcuni istituti di detenzione femminile, oltretutto i tagli alla spesa sociale hanno riguardato il 30% delle attività progettate per il carcere (quindi riduzione degli asili nido per bambini reclusi con le madri, delle spese sanitarie e delle attività scolastiche).
Il carcere appare ridotto a mero contenitore di casi devianti e non un’esperienza riabilitativa quale dovrebbe essere.
Antigone, a tal fine, preme affinché diventi esecutiva l’istituzione di un apposito Ufficio del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che si occupi specificamente del trattamento delle detenute, poiché le loro esigenze necessitano di politiche carcerarie apposite.

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