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Uno sguardo sul consumo delle droghe negli ultimi anni

Secondo un’indagine chi ne consuma di più non è un emarginato sociale   27/01/2004


Aumento generale del consumo di droghe pari al 4 % tra il 1999 e il 2002, a cercarle sono soprattutto uomini, con meno di 30 anni, che risiedono prevalentemente al Nord e nella maggior parte dei casi vantano un lavoro stabile e possiedo la licenza media. Si tratta dell’identikit del nuovo consumatore delle cosiddette droghe ricreazionali, definite anche sociali perché la loro assunzione rende nell’immediato più disponibili ed euforici, secondo uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità sugli oltre 200 servizi territoriali pubblici e privati, che rappresentano il 40% di tutte le strutture diffuse in Italia e che coprono circa la metà del territorio nazionale.
Secondo la ricerca, quindi, i consumatori non sono solo studenti o persone emarginate, ma anche uomini maturi, apparentemente integrati socialmente. Gli studenti, infatti, rappresentano una percentuale non particolarmente significativa del campione, appena il 6,2%. I disoccupati sono circa il 23%, mentre più del 60% ha un’occupazione, e quasi la metà gode addirittura del cosiddetto posto fisso. Complessivamente è con la scuola media che termina il percorso di studi del campione (quasi il 65%).
La discoteca non è l’unico luogo in cui si assumono droghe ricreazionali. Le percentuali mostrano, a sorpresa, che il consumo avviene molte volte anche in casa: questo è vero per il 40% degli uomini e il 30% delle donne. E uno su tre lo fa da solo, per sentirsi appagato e combattere lo stress, la depressione o la solitudine. Il 15% del campione si droga in strada, il 27% in discoteca e il 20% nei locali pubblici. Il consumatore tipico, in altre, parole non si droga più per riuscire a integrarsi nel gruppo o per godere di momenti ricreazionali, ma per sentirsi appagato quando è solo.

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