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Povertà ed esclusione sociale: presentato il Rapporto 2003

150 pagine di dati statistici e tabelle evidenziano le situazioni di disagio in Italia   16/12/2003


Nel 2001-2002 si contano 990mila famiglie povere in cui vivono dei minori e 1 milione 706mila sono i minori in stato di povertà relativa. Il 14,8% delle famiglie con minori vive in condizioni di povertà e difficilmente è in grado di offrire un futuro migliore ai propri figli. Questo è uno dei dati che sono emersi dal Rapporto sulla Povertà e sull'Esclusione Sociale 2003 presentato il 12 dicembre dal Sottosegretario al Welfare Sestini.
Le famiglie numerose (con almeno 3 figli) hanno la probabilità maggiore di essere povere, secondo quanto indicano le dinamiche di povertà relativa e assoluta nel corso degli ultimi 6 anni. Un certo deterioramento si rileva peraltro anche per le famiglie con meno figli a carico, pur mantenendo un rischio di povertà inferiore (1 figlio) o poco superiore (2 figli) a quello complessivo; invece le persone con la probabilità più bassa di essere povere sono i single – sia giovani che adulti, ma non gli anziani – e le coppie senza figli. Questi dati confermano la necessità di incrementare le politiche a favore delle famiglie con figli, sia mediante il sostegno al loro reddito, sia mediante servizi più capillari e flessibili.
Nella terza parte il Rapporto affronta il contributo delle organizzazioni non profit al problema. In particolare, viene evidenziato che le organizzazioni non profit (associazioni, fondazioni, imprese sociali), attraverso la loro opera di sussidiarietà orizzontale, danno un importante apporto al funzionamento delle politiche sociali decise dai responsabili della sussidiarietà verticale (Comuni, Province, Regioni, Stato).
Il primo censimento delle organizzazioni non profit condotto dall’Istat nel 1999 ha indicato che il loro numero supera le 221mila unità. Al settore non profit appartengono oltre 220mila organizzazioni e collaborano complessivamente circa 4 milioni di persone.

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